L’Onu boccia l’Italia sull’attuazione della Convenzione per i diritti dei disabili

Sentire parlare ancora di tali tematiche nell’anno 2017 in molte persone fa nascere un senso di disagio e di frustrazione, a cui, giustamente, segue una sana rabbia.

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La Rabbia per una situazione

Molto spesso nella nostra società per certi versi anestetizzata rispetto ai problemi enormi che ha, e che provengono da molteplici versanti, dimentica alcune incombenze che non sono di poco conto. E per società la si può intendere nelle sue singole componenti oppure nel complesso escludendo coloro che hanno a che fare con specifici problemi, la dichiarazione del Vice-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni riporta alla luce uno di questi problemi. A seguire il testo di ciò che ha detto Gustavo Fraticelli (un estratto):

L’ONU boccia l’Italia in relazione  all’attuazione della Convenzione ONU sulla disabilità. Il 31 agosto scorso, il Comitato ONU preposto al controllo dell’attuazione della Convenzione ONU sulla disabilità (CRDP), ha pubblicato le sue osservazioni circa l’applicazione della stessa in Italia, a più di 7 anni dalla sua entrata in vigore.

La bocciatura era prevedibile, dal momento che in questi 7 anni l’Italia non ha adottato alcun provvedimento che desse attuazione alla Convenzione…

In sostanza al pari di altre Normative, in Italia anche questa Convenzione è stata ampiamente disattesa.

Il lavoro costante dell’Associazione Luca Coscioni non manca mai di “puntellare” i diversi governi rispetto alle tematiche dei Diritti Civili.

Lo ha fatto di recente anche con il tema delle Barriere Architettoniche nella città di Roma e non solo e questo si può considerare l’ennesimo smacco di uno stato che non risulta efficace nel perseguire ciò che è già comunque scritto nero su bianco.

La Ratifica e il Tempo

Nella presentazione della ratifica al testo si legge che la persona è al centro e che lo sviluppo integrale della stessa è la stella polare di tale assunzione di responsabilità al fine di riconoscere il valore infinito della persona per il solo fatto che esista.

Il tema è quindi molto nobile, peccato che la carta se non applicata diventa straccia. Il testo prosegue sempre con parole cariche di significato che potenzialmente se applicate potrebbero effettivamente portare a cambiamenti notevoli anche nella percezione delle persone, e tra di esse.

Si sottolinea che il concetto di disabilità non è più assoluto come lo era un tempo, ma che attiene al rapporto tra la persona e il suo ambiente di riferimento.

Anche su questo concetto è bene fermarsi, visto che è giusto ciò che viene riportato ma se l’ambiente stesso non favorisce l’integrazione necessaria allora qualunque frase, pensiero, proposito non attuato non fa altro che incrementare l’esatto opposto dell’integrazione ovvero l’abbandono e i potenziali disagi che le persone disabili si trovano a dover affrontare.

Il titolo del nostro paragrafo richiama al tempo, ebbene questo è passato…. Dalla ratifica sono ormai passati parecchi anni e il tema resta sempre centrale per un paese che si voglia considerare civile e in pace con la propria coscienza.

Non si può chiedere sempre alle persone disabili di attendere o di attivarsi per mettere in evidenza le falle, e non perché non sia giusto che loro lo facciano, ma solo perché poi devono poter avere risposte concrete.

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