Ad organizzarla l’Associazione “Progetto H” il cui presidente architetto Pino Valenti ha voluto titolarla “Una cena al buio”.
In sostanza il messaggio che si è voluto dare è che va data molta attenzione ai diversamente abili che purtroppo sono molto spesso trascurati.
Le istituzioni dovrebbero spendere molte più energie e progettare interventi tendenti a consentire a questo mondo per lo più sconosciuto una qualità di vita migliore con la creazione di strutture più adeguate ai loro bisogni, con l’abbattimento non solo delle barriere architettoniche ma anche di quelle mentali e psicologiche. Occorre provare cosa si prova essere disabili.
E per una sera i conviviali alla cena hanno provato cosa significa essere non vedenti.
Ed ecco tutta qui la singolarità dell’iniziativa, tutti sono stati bendati con una mascherina ed hanno dovuto sottostare alla regola che bisognava mangiare “al buio” sino alla fine della cena.
Per i due non vedenti presenti alla cerimonia è stato un gioco da ragazzi mangiare, bere e partecipare alla discussione, ma per tutti gli altri cosiddetti normodotati è stata una serata irripetibile nel corso della quale hanno potuto sperimentare di persona cosa significa essere disabile e per la circostanza non potere vedere cosa si stava mangiando.
Arrancare con forchetta e coltello alla ricerca forsennata della pietanza e portare la forchetta vuota alla bocca, cercare un bicchiere colmo di vino ed inciamparvi con la mano versandolo sulla tavola, tagliare una foglia di lattuga anziché i tentacoli di un polipo, tutte manovre che sperimentate dai conviviali, si sono scolpite indelebilmente nella loro memoria ed anche nella nostra perché vi abbiamo partecipato in prima persona.
L’attenzione ed il messaggio che si voleva dare è stato sicuramente recepito perché sia il sindaco Crocetta che il presidente della Provincia Filippo Collura hanno assicurato tutto l’impegno per intervenire con finanziamenti e rispondere alle aspettative dell’associazione “Progetto H”.
La cena al buio è stata preceduta da una conferenza sui problemi dell’handicap alla quale hanno partecipato il presidente della Provincia Filippo Collura, il sindaco Crocetta, il vescovo di Piazza Armerina Monsignor Michele Pennini.
A coordinare gli interventi la prof.ssa Chiarina Romano, vicepresidente dell’associazione.
Tra gli organizzatori anche Franco Città autore di un libro sulla gastronomia gelese che tanto successo sta riscuotendo in Sicilia e nel resto d’Italia. Parole di grande affetto e di plauso da parte del dirigente scolastico dell’Alberghiero Filippo Ballarino verso gli organizzatori e verso i suoi ragazzi bravissimi a preparare le pietanze della serata sotto la sapiente guida dei docenti. Una perfetta organizzazione che non ha nulla da invidiare dai grossi ristoranti a cinque stelle.
Camerieri, hostess, chef e maitre, tutto alla perfezione come si addice ad un Hotel di fama.
Erano presenti, tanto per citare alcuni nomi noti, l’avvocato Elisa Nuara, l’oculista Gaetano Trainito, l’architetto Enzo Insalaco, il vicepresidente della camera di Commercio Antonio Roveccio, il capo settore Iur Patrizia Zanone e il capo settore servizi sociali Maria Morinello e tanti altri. Ha allietato la serata un complessino d’eccezione dove si alternavano al canto un giovane ed una ragazza veramente bravi. “Credo che quanto hanno detto il sindaco ed il Presidente della provincia cui mi legano un’antica amicizia – ha affermato l’architetto Pino Valente presidente dell’Associazione H – avrà sicuramente un riscontro assolutamente positivo.
A Gela le esigenze sono tante ed abbiamo grossissimi problemi. Noi con il pretesto di questa cena, chiediamo a chi di competenza le strutture e che ci sia più attenzione nel campo dell’handicap, non vedenti, anziani, i diversamente abili mentali, motori, i ragazzi difficili.
Gela purtroppo non offre nulla. Chiediamo case per anziani, più centri diurni per i ragazzi che non possono vivere in famiglia”.