A quanti di noi è capitato, almeno una volta, di vedere durante la giornata persone perfettamente abili che parcheggiano nei posteggi riservati ai disabili o sulle strisce blu a pagamento in determinate fasce orarie, senza aver acquistato il fatidico “grattino” mostrando fieri il loro finto “pass per disabili”?
Oppure, di vedere giovanotti neo patentati, per loro fortuna belli, sani e griffati, parcheggiare la propria auto con un pass per disabili esposto sul vetro posteriore o anteriore della propria auto, semmai sportiva, in prossimità di un cinema, di un pub, di una discoteca?
Storie di quotidiana routine, verrebbe da dire, storie di quotidiana indifferenza e furbizia, di quotidiana mancanza di sensibilità e di rispetto per i diversamente abili e per le rispettive famiglie!
Quando, a servirsi della furbizia, è un pubblico ufficiale direi che la misura è colma.
Lo scorso 25 novembre il Sindaco di Roma Walter Veltroni ha deciso di revocare l’incarico al Comandante dei vigili urbani della Capitale Giovanni Catanzaro. La decisione del Sindaco è legata alla notizia secondo la quale il comandante generale della polizia municipale di Roma aveva parcheggiato la propria auto in zona rimozione in una delle strade del centro della città per andare a mangiare al ristorante. Catanzaro avrebbe anche esposto sul cruscotto un permesso per disabili “scaduto” per evitare che un carro attrezzi rimuovesse la sua vettura.
E a Molfetta cosa accade? Tutto sotto controllo? In via Salepico, A. Volta, Baccarini, Via F. Cavallotti, Corso Umberto, Via Rattazzi, Piazza Garibaldi, Marconi, Michiello, Sergio Pansini, ecc, sono solo alcune strade del centro di Molfetta dove è possibile vedere la lunga parata di autovetture, con il consueto pass per disabili; ormai sono poche le auto che ne sono sprovviste.
Anche gli assidui clienti che frequentano la Città Della Moda, non si distinguono poi tanto dagli indigeni, per civiltà ed educazione in tema di parcheggio.
Nei giorni di maggiore affluenza, il sabato e la domenica, quando è impresa titanica trovare un posteggio libero e gli unici posti disponibili sono quelli ben lontani, in aperta campagna, è frequente vedere signori e signore, con le loro belle pellicce, parcheggiare le loro lussuose auto nei pressi dell’ingresso centrale della Città della Moda, posteggi notoriamente riservati a portatori di handicap ed alle loro vetture.
Ammirevole è stato il tentativo di alcuni giovani volontari di arginare questo vergognoso e frequentissimo malcostume lasciando sul cruscotto di queste vetture “abusive” un foglio su cui era scritto: «SE VUOI IL MIO PARCHEGGIO, PRENDI IL MIO HANDICAP».
Viene spontanea la fatidica domanda, perché accadono queste cose?
Perché siamo un popolo di furbi?
Perché non ci sono controlli sistematici e seri?
Perché serve una revisione del criterio di assegnazione dei pass e verifiche periodiche?
Dovremmo distinguere i pass per invalidità permanente, della durata annuale e rinnovabile, dai pass per invalidità temporanea, previsto per patologie più o meno gravi fino alla semplice gamba rotta?
Ogni permesso deve avere un termine; alcune persone guariscono, altre purtroppo decedono, ma i loro pass continuano ad essere utilizzati. Quanti tagliandi tornano effettivamente indietro? Conoscendo i molfettesi non ci stupiremmo se si scoprisse che c’è una tendenza alla “falsificazione” dei pass per disabili: tessere taroccate in maniera perfetta, rifinite nei minimi particolari.
E il Comune che fa? Quali controlli vengono effettivamente svolti per arginare questo comportamento scorretto e piuttosto spiacevole?
Nell’attesa che qualcuno agisca, cantiamo che ci “pass”!
La denuncia in risposta di A.G.
“Ci sarebbe molto da scrivere sulle condizioni del disabile e sulla disabilità in genere: l’invalido, o come veniva etichettato una volta “handicappato”, è purtroppo strumentalizzato dalle persone che vivono intorno a lui per ottenere benefici non dovuti.
Ci sono tante leggi che tutelano i disabili ma le discriminazioni sociali rimangono sempre tante, troppe!
Lo Stato riconosce un’indennità minima mensile pari a 200 euro circa che non solo non rende ricchi ma non permette neanche di sopravvivere: nonostante tutto, molti invalidi preferiscono percepire quest’indennizzo mensile e rinunciano a lavorare per non perderlo. Conosco nel contempo molti disabili autosufficienti che si sono lasciati alle spalle quell’etichetta di “parassiti della società” rinunciando all’indennizzo di invalidità, convinti di potersela cavare da soli, con le proprie forze e con un lavoro onesto.
La legge prevede l’inserimento nell’organico lavorativo di 1 dipendente invalido per ogni 20 lavoratori regolarmente assunti. Ma quanti disabili vengono realmente assunti dalle numerose aziende del nostro territorio? Pochi, ed i pochi fortunati sono spesso discriminati e trattati a “pesci in faccia” dopo che l’azienda ha terminato di sfruttare le rispettive agevolazioni fiscali (per la serie: “quando te ne vai?”).
Tra gli ulteriori “riconoscimenti” che lo Stato italiano promette, rientra il contrassegno per invalidi, noto come “Pass per disabili”. In origine era rilasciato dai Comuni ai disabili con carenza di capacità motoria negli arti inferiori o, in caso di disabile non autosufficiente, veniva assegnato al parente di primo grado o al tutore legale.
Successivamente venne concesso a tutti gli invalidi parziali o totali, temporanei o permanenti, affetti da patologie più o meno gravi, previa presentazione di idonea certificazione che ne attesti lo stato di invalidità del soggetto. Ricordiamo che siamo Italiani ed è innata nella nostra indole l’arte dell’arrangiarsi, di raggirare sempre e comunque qualsiasi ostacolo.
A cosa mi riferisco: muore il disabile ma il tagliando, seppur scaduto, continua a essere utilizzato dai parenti; oppure i tesserini si moltiplicano magicamente, contraffatti, falsificati, fotocopiati, riprodotti.
E che dire del fatto balzato alla cronaca qualche tempo fa dove persino il Comandante dei vigili urbani del Comune di Roma è stato fotografato mentre parcheggiava in pieno centro su un’area dedicata ai disabili senza averne diritto e soprattutto utilizzando un pass di una persona che lo aveva perso!
I vigili urbani, il cui compito primario è quello di regolamentare il traffico e di sanzionare l’irregolare, in questo quadro di illegalità diffusa, che tipo di controllo svolgono realmente sulle nostre strade cittadine?
E soprattutto: non possono multare i veri trasgressori? Non voglio insegnare il mestiere a nessuno, ma vi dico questo perché mi è capitato di vedere notificare multe ad autovetture parcheggiate in sosta riservata con tanto di pass disabili esposto; ed il paradosso è che questa volta il pass era valido e legalmente autorizzato. Che io sappia ad oggi, su scala territoriale, sono due i ricorsi per questo motivo.
Ah dimenticavo: perchè vi scrivo queste cose? Perché sono un invalido e combatto da 30 anni per vedere riconosciuti i miei diritti, diritti che spesso mi sono stati negati! Concludo con un augurio: che questo Natale riscaldi i cuori di tutti noi ed i cuori duri delle nostre istituzioni, dato che non si può assolutamente andare avanti così!”
Buone Feste!
FONTE:
MolfettaLive.it
be che dire se passi sotto casa mia ti accorgi che non sono posti disabili ma posti parenti disabili ,mentre le proprie auto sono in garage .
Il tutto è gia stato fatto presente alla polizia locale, ma la risposte è sempre la stessa :sono accompagnatori .
Tutto ciò deve finire e se qualcuno mi dice dove rivolgermi lo ringrazio visto che nessuno sa cosa fare
SALUTI DA CAPURSO ( BA)
sono arrivato in questa pagina cercando la frase “se vuoi il mio posto prendi il mio handicap”. L’amministrazione del comune di Villamaina (AV) ha avviato la stessa campagna e io sono rimasto folgorato da questa inizativa. Non è affatto comune, nella mia arretrata Irpinia, assistere a lampi di civiltà. Ovviamente le indicazioni dei cartelli vengono puntulamente disattesi, ma ciò non toglie onore agli amministratori. Spero di riuscire a sensibilizzare qualche automobilista dando visibilità all’iniziativa con dei banner appositi.