Benevento città invivibile per i disabili

Nel capoluogo sannita, dove anche il diritto elementare al parcheggio riservato è oggetto ogni giorno del sopruso degli automobilisti, manca la cultura dell’accessibilità.
Altro dato allarmante è il fatto che non esistono le cifre della disabilità, né una mappa degli interventi da fare per rimediare al disastro.
“L’esigenza di una città vivibile per tutti è distante dal
la mentalità diffusa sia negli amministratori che nei cittadini – ha dichiarato l’assessore comunale al Lavoro e alla Formazione Antonio Medici, a cui è stata affidata, da novembre scorso, una delega ad hoc – ”. È, innanzitutto, alla luce di questo deficit culturale che si può spiegare la persistenza di barriere architettoniche in tutti gli uffici comunali, con l’unica eccezione del IV settore, ovvero i Servizi Sociali.

Dopo tutto il denaro speso, Palazzo Paolo V non è ancora accessibile, così come il Megaparcheggio dove gli ascensori, spesso guasti, non conducono comunque ai diversi livelli.
Eppure, le due strutture sono state inaugurate di recente e hanno alle spalle anni di chiara legislatura in materia – vedi soprattutto l’art. 3 del Dpr 503/96 che prescrive l’obbligo di rendere accessibili tutti gli immobili pubblici esistenti, sottoposti a ristrutturazione.
L’elenco dei luoghi proibiti a tutte le persone con ridotte capacità motorie e sensoriali è troppo lungo per farlo rientrare in tale spazio.

Ma il limite più significativo e scabroso rimane, forse, Palazzo Mosti, sede del Comune e dei consigli comunali, alla cui partecipazione una parte della popolazione è rimasta da sempre esclusa.
Ed è proprio l’istallazione di un ascensore presso il Municipio un nodo centrale nell’incontro tenutosi, a fine novembre, tra Medici e 12 associazioni di settore. “L’ascensore sarà pronto entro quest’estate” ha sostenuto l’esponente di Rifondazione-Verdi durante l’intervista ritmata dal suono delle gocce d’acqua che, dal soffitto dell’assessorato in Via Annunziata, cadevano in una bacinella verde.

E ha continuato: “Quello delle barriere architettoniche è una problematica che per anni è stata abbandonata” sottolineando, così, l’urgenza di interventi.
Primo fra tutti, individuare e censire i luoghi. Poi, tre le priorità indicate, da realizzare anche in collaborazione con le associazioni che operano al fianco dei disabili, la realizzazione del maggior numero di opere per l’eliminazione e il superamento degli ostacoli negli uffici con funzioni pubbliche; una forte campagna di sensibilizzazione al rispetto delle aree di sosta riservate e al corretto uso del contrassegno e, infine, un’iniziativa rivolta ai commercianti e gestori di ristoranti e pub per creare una rete di “locali amici” accessibili.

“Un elemento importante emerso durante il primo incontro – ha raccontato Medici – è stato il diritto negato al divertimento e alle normali attività della vita sociale”.
Integrazione non significa solo garantire servizi di ordinaria amministrazione, come uscire di casa (e chi abita in case popolari è in ambienti ancora ostili) o avere mezzi di trasporto (i nuovi autobus dell’Amts sono dotati degli scivoli ma non possono essere utilizzati perché alle fermate le automobili sulle strisce gialle impediscono l’accostamento al marciapiede). “Non solo sopravvivere, dunque – ha concluso Medici – ma iniziare a pretendere tutte le opportunità, anche lo svago”.

“Quello del 29 novembre – ha dichiarato con fiducia Andrea Festa, di Futuro Down – è stato un punto di partenza per avviare il dialogo con l’Amministrazione.
In questi anni, purtroppo, gli enti locali sono stati poco attenti”. Il primo sforzo da compiere è, secondo il presidente della onlus, quello di scalfire l’enorme muro culturale e dar vita a un sentire diverso.
Tra i progetti a breve termine, quello di mettere in rete le forze associative per evitare che i volontari si chiudano nella cura del proprio orticello. Inoltre, creare una banca dati per conoscere bene la problematica, sfuggire interventi a pioggia inefficaci e concentrare le risorse.

Più dubbioso, forse più stanco, è apparso Angelo Cifiello, dell’associazione Oltre gli ostacoli: “Non solo sono mancati i lavori di adeguamento alla normativa vigente ma spesso i nuovi interventi hanno peggiorato la situazione.
Come, tra i tanti, la nuova pavimentazione di Piazza Matteotti che ha posizionato lo sgocciolatoio proprio dinanzi al Teatro Comunale, l’unico accessibile; o le panchine di Pacevecchia che hanno dimezzato lo spazio dei marciapiedi, ormai impraticabili alle carrozzina.
Infine, ha avvertito: “Sono felice che la delega sia stata affidata a Medici che da anni si batte per i disabili, tuttavia bisogna che il sindaco lo metta in condizione di poter operare, attraverso il potere di informarsi sui progetti di ristrutturazione dell’Ente, di verifica e di controllo”.
FONTE:
IlQuaderno.it

Un pensiero su “Benevento città invivibile per i disabili

  1. voi parlate di benevento e avete ragione a me nel mio paese mi e capitato una cosa al di poco strana o trovato il mio ingresso abitativo di casa sbarrato da una macchina di notte inoltrata lindomani mi sono rivolto a un vigile e mi e stat risposto con stile sarcastico ciami il 112 perche noi la notte non cistiamo giudicate voi stessi e date anghe voi un giudizio ci vorrebbe il licenziamento vorrei sapere se ce qualche articolo di legge che mi vorrei difendere sono un cieco ventesimista certo di una vostra risposta saluto cordialmente

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