Trascurate dal movimento femminista e ancora marginali nell’associazionismo dei disabili, le donne con disabilità denunciano discriminazioni nell”istruzione, nel lavoro e nella vita affettiva.
E sono un target facile di violenze sessuali, soprattutto se con disabilità psichiche.
Del tema si è parlato questa mattina a Roma, in un convegno internazionale organizzato da Integra, Federazione italiana superamento handicap (Fish) e Disabled people international (Dpi). “La disabilità crea un terzo genere – ha dichiarato Ileana Argentin, consigliere delegato per l’handicap al Comune di Roma – non siamo visti né come uomini né come donne, ma solo come i ragazzi, per tutta la vita”.
Così “l’identità di genere delle persone con disabilità rimane un tabù”, per Tiziana Biolghini, consigliere delegato per l’handicap alla provincia di Roma, che ricorda che accanto alle difficoltà delle donne disabili c’è il capitolo delle madri di figli con disabilità.
“Da tempo – ha detto Biolghini – mi confronto con decine di madri che portano i figli dalle prostitute, oppure danno alle figlie la pillola anticoncezionale di nascosto, dicendo loro che è una medicina”.
Anche secondo Emilia Napolitano (Disable people international) il concetto di disabilità “eclissa il genere”. “Siamo asessuate, non siamo considerate nei ruoli di madre, di moglie, di innamorata, di lavoratrice”.
Secondo Napolitano, quella che colpisce gli almeno 300 milioni di donne disabili nel mondo e 1.864.000 in Italia, è una “discriminazione multipla”.
Che parte dalla scuola. Nel mondo solo l’1% delle donne disabili sa leggere e scrivere, contro il 3% degli uomini. In Europa, secondo una ricerca commissionata dal Coe nel 2003, soltanto il 25% delle donne con disabilità lavorava contro il 35% degli uomini.
Una mancata inclusione che si riflette anche nella vita affettiva. Le donne con disabilità si sposano più tardi delle altre donne e più tardi dei maschi disabili, secondo dati del Dpi. E se l’handicap sopraggiunge dopo il matrimonio, le donne sono lasciate più spesso degli uomini.
La maternità poi è largamente sconsigliata dai medici e dai familiari, mentre sterilizzazioni e aborti colpiscono specialmente le donne con disabilità intellettiva.
Le donne disabili sono anche un target facile delle violenze sessuali. Secondo una ricerca condotta da Sobsey nel 1994, dal 39 al 68% di ragazze e dal 16 al 30% di ragazzi con ritardo nello sviluppo mentale saranno sessualmente abusati prima del loro diciottesimo compleanno.
La convenzione Onu dei diritti dei disabili riconosce l’esistenza di una doppia discriminazione per le donne con disabilità. “Gli Stati – si legge all’articolo 6 della Convenzione – riconoscono che le donne e le ragazze con disabilità sono soggette a discriminazioni multiple”.
Ma a un anno dalla sua approvazione, la convenzione è stata ratificata solo da 13 Paesi, e per entrare in vigore ne servono almeno 20. In Europa l’hanno ratificata solo Spagna, Ungheria e Croazia. In Italia il testo è in discussione alle Camere.
FONTE:
SuperAbile.it