Negli ultimi anni le spiagge di Serapo (LT) si sono meglio attrezzate per l’accesso ai disabili, dotandosi di passerella in cemento che conduce direttamente al bagnasciuga.
Il problema è stato risolto anche da stabilimenti che hanno numerosi gradini, fornendo i loro ingressi di pedane per il trasporto di carrozzelle. Spostandosi verso la zone di S. Agostino il quadro peggiora; infatti non bisogna lasciarsi ingannare dalla morfologia pianeggiante della zona, poiché non vi sono strutture che permettono l’accesso ai deambulanti. Sul litorale formiano, la situazione non migliora.
Per quanto riguarda l’arenile di Gianola, vi sono tre rampe di accesso alle spiagge libere, ma una volta arrivati sulla sabbia, coloro che hanno problemi motori hanno molta difficoltà nel proseguire; il tutto aggravato anche dalle “prodezze” di alcuni teppisti che hanno danneggiato le poche pedane esistenti, che, comunque, non conducono al bagnasciuga.
Diverse invece le condizioni riguardanti la spiaggia di Vindicio (LT): l’accesso al mare per i disabili è garantito da pedane attrezzate, considerando anche che il lungomare non presenta difficoltà morfologiche per l’attuazione di queste strutture.
Inaccessibili invece le spiagge di Scauri e Minturno costituite da numerosi gradini e altre barriere architettoniche, senza alcuna pedana per l’accesso al mare. Fatta eccezione per pochi stabilimenti, la maggior parte di essi dunque, non rispetta le norme previste dalla legge sia in fatto di raggiungibilità del mare, sia per quanto riguarda i servizi. Sulle nostre spiagge mancano totalmente parcheggi adiacenti, percorsi adeguati e l’accesso ai servizi come bar e docce, per non parlare di alcune pedane ostruite dalla sabbia. Questo non va solo a svantaggio di persone con difficoltà motorie, ma anche mamme con i passeggini che vogliono raggiungere la riva del mare. Sufficienza raggiunta? Forse sì, ma c’è ancora molto da fare per migliorare il turismo sulle spiagge del sud pontino.
FONTE
OPINIONE.IT