Il lavoro come diritto per tutti

In quest’ultimo anno si è registrato un forte aumento, quasi del 15%, dei lavoratori disabili inseriti in aziende private o nella pubblica amministrazione. Una crescita che ha registrato il picco massimo nel 2007, con quasi 800mila domande di lavoro presentate, quando nel 2006 le richieste registrate all’ufficio di collocamento erano poco meno di 600 mila e nel 2005 se ne contavano a mala pena 120mila.

Questi i numeri che emergono dalla relazione biennale del ministero del Welfare sull’applicazione della legge 68/99, una norma nata a garanzia delle quote obbligatorie di assunzione delle persone portatrici di handicap in aziende pubbliche e private.

Infatti, proprio l’art. 2 della legge recita che attraverso una “serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto di lavoro adatto, attraverso analisi dei posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzione di problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione” è possibile inserire la persona disabile al posto di lavoro adatto.

Nel 2007 sono stati inseriti 31.515 lavoratori, di questi il 63% erano uomini: il 32% dei lavoratori sono stati assorbiti in aziende di medio piccole dimensioni presenti nel Nord Est, realtà che si sono dimostrate le più ricettive verso questa norma, mentre più di 9mila disabili hanno trovato collocazione presso grandi imprese del nord, e il rimanente 19% in aziende del centro e del sud. Zone, queste ultime, dove le iscrizioni alle liste di collocamento dei disabili non scendono mai al di sotto del 60% dei disabili italiani iscritti. Una realtà imprenditoriale, nel Meridione, che si manifesta debole nell’assorbire le numerose istanze presentate sul proprio territorio.

Le imprese private si avvalgono della legge 68/99 cercando di coprire le quote ancora disponibili e per oltre il 40% avviene scegliendo la strada della chiamata nominativa, seguita dalla chiamata numerica, come è avvenuto l’anno scorso per quasi 3mila assunti. Assunzioni, queste, che per più della metà risultano con un contratto a tempo indeterminato, solo il 26% in part-time e il 36% a tempo determinato.

In questo quadro sfigurano le istituzioni pubbliche, dove le quote scoperte dal 2006 al 2007 sono rimaste pressoché invariate, oltre 10mila posti di lavoro dedicati ai disabili sono ancora in attesa di essere assegnati a nuovi lavoratori.

FONTE:
MiaEconomia

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