Verona: Scuolabus vietato a quattro bimbi disabili

Voi qui non potete salire; non più. È la frase che si sono sentiti dire qualche giorno fa quattro bambini disabili davanti alla fermata dello scuolabus.
Pochi istanti prima di salire sul mezzo che da Palazzina li avrebbe dovuti condurre a scuola, percorrendo lo stesso tragitto che i quattro facevano con il mezzo giallo insieme ai compagni già da qualche anno, è arrivato il divieto.

E, sotto lo sguardo incredulo e arrabbiato dei genitori, il pulmino giallo della scuola, dopo aver caricato altri ragazzi, ha chiuso le porte ed è ripartito. Lasciando a terra tutti: la più grande frequenta la prima media, la più piccola la seconda elementare.
Il motivo del rifiuto a far salire i bambini è il licenziamento dell’assistente che viaggiava su quello stesso pulmino, facendo sì che anche agli studenti diversamente abili fosse permesso di condividere con i compagni di classe il tragitto casa-scuola e viceversa.

Una figura professionale che negli ultimi anni (cinque per i genitori, tre per l’Ulss 20) era stata pagata grazie ad un aiuto economico della stessa Ulss, che ora è stato revocato. «Si trattava di una misura del tutto straordinaria, di cui ora non c’è più necessità», commenta Raffaele Grottola, responsabile dell’Area disabili dell’Ulss 20 fino allo scorso febbraio, ora impiegato all’Ulss 21. «Decisioni analoghe ne abbiamo prese più di una, anche se si tratta comunque di casi isolati. Si trattava di un servizio del tutto straordinario che ora evidentemente è rientrato», aggiunge Grottola.

«Di trasporto da e per la scuola per i disabili fisici e psichici se ne occupa il Comune, in collaborazione con l’Atv, mettendo a disposizione mezzi adeguati e il personale necessario», conferma infatti Paola Corsini, dirigente dell’ufficio piani di zona.
«Le ultime decisioni prese dalla direzione dei Servizi sociali Ulss fanno parte di un disegno riorganizzativo tra Ulss e Comune anche sotto questo punto di vista», prosegue Grottola.
«C’è da sottolineare, comunque, che l’integrazione si favorisce a scuola e durante il tempo libero, per quanto riguarda il trasporto il problema è ancora tutto logistico».

Nettamente contrario, invece, il parere dei genitori. «Il tragitto era un momento di vera integrazione e di divertimento per i miei figli che potevano stare insieme ai loro compagni di scuola. Un’opportunità di cui ora sono stati privati. Senza assistente, infatti, i quattro giovani non possono salire sul mezzo della scuola», commenta Silvana De Paoli, mamma di due di loro. «Non si tratta di suscitare nuove polemiche, ma storie come questa ci costringono ad interrogarci su quale futuro stiamo preparando ai nostri figli», aggiunge amareggiata De Paoli, che mal tollera anche la possibilità di un pulmino specifico per il trasporto disabili.

«Rimane il fatto che venerdì le maestre che di solito aspettano l’arrivo del pulmino e l’arrivo dei quattro ragazzi hanno appreso questa triste novità. E ora su queste maestre incombe l’onere di spiegare agli alunni che siamo tutti uguali, che l’handicap è una risorsa e non un problema. Ora, com’è possibile parlare di tutto ciò di fronte a queste premesse?».

FONTE:
Larena.it

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