Lambda: un aiuto per gli studenti non vedenti.

Diversamente abileMolte ricerche, condotte soprattutto in Inghilterra, Stati Uniti, Norvegia e Svezia hanno evidenziato un ritardo di circa tre anni nello sviluppo aritmetico degli studenti sordi.
E’ quanto ha affermato Giampaolo Chiappini del Consiglio nazionale per le ricerche di Genova, Istituto tecnologie didattiche, nel corso del convegno “Disabilità e Università – Problematiche e soluzioni specifiche per le disabilità sensoriali” che si è tenuto il 15 giugno a Camerino (Macerata). In particolare, il ricercatore ha ricordato uno studio molto esteso condotto negli anni 80 nel Regno Unito (Wood et Al., 1983).
L’indagine testò 414 studenti sordi che terminavano il ciclo scolastico e confrontò il loro livello di apprendimento in matematica con 465 udenti della stessa età.
Ne risultò che l’età matematica degli studenti udenti era di 15.5 anni, mentre quella degli studenti sordi era di 12.5 anni.
Il test mostrò inoltre che il 15% degli studenti sordi avevano un’età matematica uguale o anche superiore a quella cronologica. “Quest’ultimo dato dimostra che la sordità non è di per sé la causa delle difficoltà in matematica, ha detto Giampaolo Chiappini, il loro ritardo dipende quasi esclusivamente dalle specifiche esperienze didattiche in cui sono coinvolti dentro la scuola”.

Oggi, l’informatica ha reso possibili la creazione di strumenti didattici che riescono a tradurre i concetti della matematica in rappresentazioni visuali, grafiche, geometriche, iconiche e simboliche, in modo da venire incontro alle speciali modalità di apprendimento dei sordi.
Giampaolo Chiappini ha presentato, nel corso del Convegno, due progetti europei: il progetto Itales e il progetto ReMath. Attraverso il primo è stato realizzato il sistema ARI-LAB2, progettato per favorire l’apprendimento in campo aritmetico e nel problem solving aritmetico. Con il progetto ReMath, attualmente in corso, viene, invece, sviluppato il sistema ALNUSET, un sistema digitale progettato per favorire l’apprendimento in campo algebrico, nello studio delle proprietà degli insiemi numerici e nello studio di funzioni.
“Rispetto alle tradizionali rappresentazioni matematiche su carta,- ha concluso Chiappini – le rappresentazioni digitali rendono disponibili modelli per l’azione che forniscono feedback adeguati alle necessità di studenti sordi e udenti che possono avvalersi della loro esperienza visiva e spaziale per interagire con esse e per costruire la propria conoscenza matematica”.
La matematica è una disciplina particolarmente difficile anche per i ciechi. Nel corso del Congresso di Camerino è stato presentato a questo proposito il progetto europeo LAMBDA (Linear acces to mathematic for braille device and audio-sinthesis) che è nato con l’obiettivo di realizzare un efficace sistema per consentire l’accesso ai documenti matematici da parte delle persone non vedenti.

“Per i bambini più piccoli, il problema della notazione matematica, oggetto diretto del progetto LAMBDA, è probabilmente secondario rispetto alla difficoltà di sviluppare adeguati processi cognitivi senza il supporto dell’esperienza visiva, ha dichiarato Flavio Fogolaro del Ministero dell’istruzione.
Per gli studenti più grandi però i limiti della notazione tradizionale braille si fanno sentire e cresce il bisogno di strumenti più efficaci”. In questo senso, il team di LAMBDA ha progettato un sistema che permette agli utenti con disabilità visiva non solo di leggere in modo semplice e rapido la matematica attraverso le periferiche braille ma anche di scrivere e manipolare le formule. LAMBDA è un progetto triennale che si concluderà alla fine del 2005. Attualmente è in corso la sperimentazione del prototipo presso alcune decine di scuole in vari Paesi europei. “Si tratta sostanzialmente di uno strumento tecnico, ha aggiunto Flavio Fogolaro, che non ha la pretesa di cambiare il modo di insegnare matematica ai ciechi.
E’ comunque probabile che abbia delle ricadute importanti anche sulla didattica come del resto ha avuto lo stesso computer in altre discipline.
E’ importante gestire e non subire queste ricadute, evitando i tecnicismi e ragionando partendo sempre dal punto di vista dell’alunno”.

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