Nonostante l’introduzione dei test prenatali, che danno la possibilità alle donne in gravidanza di conoscere sempre con maggiore precisione lo stato di salute e le possibili patologie del nascituro, sempre meno famiglie ricorrono all’interruzione di gravidanza terapeutica nel caso in cui venga accertata la Sindrome di Down. Lo riferisce il settimanale Vita, che riporta recenti dati di un’inchiesta condotta oltremanica, in base ai quali le nascite di neonati Down sono passate dalle 717 del 1989 – anno dell’introduzione del test – alle 749 del 2006.
Per scoprire le motivazione del fenomeno, l’Associazione delle persone Down ha promosso un’indagine, sottoponendo a circa 1000 genitori un questionario sulle ragioni del rifiuto, nonostante la diagnosi, dell’aborto terapeutico. Da questa è emerso che uno su 5 non ha voluto credere al responso dell’esame, mentre un 30% del campione si è dimostrata convinta che i down abbiano maggiori prospettive rispetto al passato di vivere meglio rispetto al passato. Gran parte delle famiglie interpellate, comunque, ha sostenuto che la disponibilità ed il sostegno di amici e familiari ha giocato un ruolo determinante per affrontare questa coraggiosa e straordinaria scelta di vita.
FONTE:
SuperAbile.it