La finanziaria 2003, anche per l’iniziativa del sottosegretario Valentina Aprea, aveva varato una nuova norma per l’accertamento delle disabilità degli alunni portatori di handicap. La disposizione prevedeva una norma di attuazione da concordare tra ministeri e soggetti istituzionali diversi e da emanare entro 60 giorni (febbraio 2003). Il lungo e articolato iter (oltre due anni di ritardo) sembra giunto a conclusione, con un confronto il 30 marzo scorso in sede tecnica presso la Conferenza unificata, che sembra preludere all’intesa definitiva. Il decreto che sarà emanato stabilirà modalità e criteri per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap, mediante appositi accertamenti collegiali, anziché da certificazioni di singoli medici. La novità riguarderà soprattutto il ricorso alle classificazioni internazionali così come definite dall’O.M.S. (Organizzazione Mondiale Sanità), mettendo fine alla babele di certificazioni rilasciate dalle diverse ASL. Nel contempo, per insistenza del Miur e del Ministero della Sanità, dovrebbe essere chiesto ai collegi medici di certificare esclusivamente i diversamente abili e non più anche i casi sociali (richiesta che appare corretta ma che aprirà senz’altro un nuovo fronte di problemi all’interno della scuola). Anche l’Istat conduce un’azione parallela sul fronte delle certificazioni per il riconoscimento delle disabilità. L’istituto di statistica sta avviando una nuova indagine che ha come unità di rilevazione le certificazioni di disabilità ed handicap, previste dalla legge 104/92, e quella di invalidità, prevista dalla legge 118/71. Obiettivo dell’indagine è quello di fornire un’ampia conoscenza delle situazioni al fine di favorire il coordinamento tra le ASL e il ricorso a classificazioni oggettive ed identiche sull’intero territorio nazionale.
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