Una marcia su Roma per difendere i diritti dei lavoratori disabili. È quanto promettono i soci di Anida onlus, Associazione italiana diversamente abili, attiva dal 2005 a Napoli, che si dichiarano pronti a manifestare nella Capitale martedì 19 dicembre 2006 se i politici non daranno risposte concrete all’applicazione della legge 68/99.
Il diritto al lavoro, spiega il presidente dell’associazione, Giuseppe Sannino “è uno strumento fondamentale per garantire pari opportunità e una dignitosa qualità della vita alle persone con disabilità fisica”.
Napoletano, 56 anni, disabile con problemi motori, Giuseppe Sannino, stanco della mancanza di riposte da parte delle istituzioni locali, in una lettera del 27 novembre 2006, si rivolge direttamente al Presidente del Consiglio Romano Prodi, richiamandosi alla responsabilità del governo centrale rispetto ai problemi dei disabili, a partire dalla loro integrazione lavorativa.
Problemi ai quali la legge 68 del 1999 avrebbe dovuto dare, almeno in parte, una risposta, con la creazione del “collocamento mirato”, teso cioè ad indirizzare la persona con disabilità – dopo averne determinato le reali capacità di lavoro – verso un percorso lavorativo idoneo.
Invece la speranza dei disabili di Anida, così come di tutte le persone con disabilità fisica presenti in Campania (ma non solo) che, con l’attuazione della legge, avrebbero esercitato un loro diritto fondamentale, rimane ad oggi disattesa, nella misura in cui la Regione non ha ancora completamente realizzato la prima fase dell’intero processo: la “diagnosi funzionale preventiva”.
Si tratta dell’accertamento dei requisiti sanitari e, quindi, delle capacità lavorative residue del disabile, che, insieme a un profilo professionale e ad eventuali esperienze pregresse, andrebbe a definire il suo curriculum vitae, così da destinarlo a una certa “nicchia di mercato”.
“In questo modo – sostiene il presidente di Anida onlus – il disabile non si sentirebbe più un problema, ma una risorsa per il Paese”.
“Non solo lo strumento importantissimo della diagnosi funzionale non è stato pienamente utilizzato – aggiunge – ma non c’è stato neanche un monitoraggio dei casi in cui è stato implementato, visto che, per la maggior parte delle assunzioni nelle aziende, la diagnosi è stata fatta ad hoc, sul momento”.
La cattiva gestione di questo istituto da parte della Regione Campania ha, quindi, spinto l’Anida a cercare risposte nel governo centrale – nella fattispecie, la Presidenza del Consiglio e il Ministero alle Pari Opportunità.
Sempre da qui, la scelta, dopo le tantissime iniziative (convegni, seminari, conferenze stampa, tutti documentabili sul sito www.anidaonlus.it) realizzate a livello locale, di andare a Roma, a Palazzo Chigi, se nei prossimi giorni non si aprirà un tavolo di concertazione.
Anche se “organizzare una manifestazione con centinaia di disabili fisici, a partire dalla difficile collocazione in pullman fino ad arrivare al problema della viabilità (e qui il riferimento non può che andare al polverone che, in questi giorni, le testate locali hanno sollevato a proposito dei falsi permessi di parcheggio per disabili) in una città come Roma, sarà un’impresa tutt’altro che facile”, spiega Giuseppe Sannino.
Gli accordi con il sindaco di Roma Walter Veltroni sono già partiti, ma si spera di ottenere delle risposte ufficiali – riposte che finora non ci sono state – prima di arrivare a tanto.
Se Anida promette di esserci comunque a Roma, a rivendicare il diritto al lavoro dei diversamente abili, le stesse difficoltà con cui si organizzerà, sempre se si riuscirà ad organizzare, questo incontro, fanno riflettere sulla reale possibilità per le persone con disabilità di esercitare un altro diritto fondamentale dell’uomo: il diritto a manifestare.
Barriere architettoniche – materiali ed immateriali – restano, dunque, un ostacolo per le persone disabili, “ostacolo che non si può rimuovere soltanto con maggiori risorse finanziarie”, conclude Giuseppe Sannino, che vive in prima persona i disagi dell’essere disabile, “ma con il pieno riconoscimento dei diritti delle persone con problemi di disabilità, primo tra tutti il diritto al lavoro”.
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vi ho lasciato il mio numero per essere chiamata da voi.
io sto facendo un corso per solo disabili di videoterminalista inform. cad ma la scavolini di pesaro non ha voluto nemmeno farmi fare lo stage solo perche’ ero disabile.ora io chiedo se e’ obbligatorio che le aziende assumano disabili perche su piu’ di 22000 aziende che esistono nelle marche non sono in regola ? perche lo stato non fa niente perche’ ci siano sanzioni piu’ alte o piu’ efficaci? perche’ nelle aziende non ci sono piu’ controlli ?chi dovrebbe fare i dovuti controlli? ciao grazie elsa