RehaCare di Dusseldorf 2008: Nuove tecnologie per i Disabili

Rehacare  di Dusseldorf 2008Non si tratta di un sistema di telepatia ma di un mezzo a mio avviso davvero geniale che fig1permette di capire, attraverso l’analisi di segnali elettroencefalografici, dove si posa lo sguardo della persona. Generalmente i sistemi di comunicazione basati sul puntamento oculare utilizzano principi ottici di riflessione della luce infrarossa o altri mezzi analoghi. In questo caso  la persona deve guardare dei pulsanti riprodotti sullo schermo di un normale computer, che permettono di muovere un cursore selezionando lettere o comandi.

Il test non è riuscito completamente ma tenendo conto del notevole livello di disturbo visivo e sonoro che regnava nell’ambiente dove si è svolto il tutto, bisogna ammettere che il sistema sembra molto promettente e che in un ambiente meno caotico e con un adeguato periodo di allenamento i risultati possano essere decisamente migliori.

Restano da valutare gli effettivi vantaggi rispetto ai “normali” sistemi di puntamento oculare: certamente però se lo sviluppo di elettrodi attivi o di altri dispositivi riuscisse ad eliminare cuffia e gel conduttivo, questo tipo di tecnologia potrebbe aprire la strada ad applicazioni davvero interessanti.

In questa sede non entro nel dettaglio delle modalità tecniche di funzionamento del sistema che comunque ci sono state spiegate e che posso fornire – via mail – a chi fosse interessato.

Locomozione

Il secondo sistema, per la verità piuttosto complesso, è costituito da una carrozzina pilotabile, a detta del ricercatore che ne dimostrava le funzionalità, con i soli  movimenti di un occhio e la relativa chiusura delle palpebre. In realtà il modello utilizzato per la dimostrazione utilizzava due grandi pulsanti, sistemati sui braccioli e attivabili con la semplice pressione dell’avambraccio, quindi senza la necessità di una mano funzionale

I due pulsanti (quello giallo e quello viola visibili nella foto 3) servivano per dare alla fig3carrozzina rispettivamente il comando di “avanti” e “indietro”, mentre velocità e direzione erano determinate sia dalla direzione dello sguardo (rilevata tramite una minitelecamera posta su un elmetto) sia da movimenti del capo percepiti da un sensore elettromagnetico. Più distante lo sguardo, maggiore la velocità. Nella figura fig4successive (foto 4) si osserva l’elmetto che fa da supporto sia alla telecamera che segue i movimenti oculari, che al sensore per il sistema di rilevamento di posizione del capo in tre dimensioni.

La velocità della carrozzina viene modificata anche sulla base delle informazioni riguardanti possibili ostacoli rilevati da parte di un nutrito numero di sensori di distanza ad ultrasuoni,  molto simili a quelli usati come sensori di parcheggio nelle normali autovetture.
Bisogna dire che il modello di carrozzina impiegato per la dimostrazione è equipaggiato con ben fig6due PC con processori di media potenza. Uno elabora i dati provenienti dal puntamento oculare  e del capo, mentre all’altro è  affidata l’integrazione di questi dati con i vari sensori di movimento e distanza per gestire il movimento vero e proprio della carrozzina: il consumo energetico dell’intero sistema non deve essere molto  contenuto.

Il personale che si occupava della dimostrazione ci ha più volte confermato la possibilità di comandare il tutto semplicemente con movimenti di occhi e palpebre, quindi eliminando i pulsanti sui braccioli e i movimenti del capo. Il prototipo rappresenta un concentrato di  tecnologia davvero promettente. Ne seguiremo gli sviluppi e ve li racconteremo.

FONTE:
Disabili.com

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