E’ stata una grande emozione. Più che un concerto alla Scala”: a dirlo è un musicista, per l’esattezza il direttore del Conservatorio di Matera Saverio Vizziello. Ma di cosa parla? Del fatto di aver visto piangere di gioia i genitori di un ragazzo down di 25 anni, quando il 19 febbraio, in una conferenza stampa, ha annunciato che per il loro figlio, Antonio, finalmente si aprivano le porte del conservatorio.“Perchè io non posso andare al conservatorio?” Antonio, per anni, ogni mattina, svegliandosi, aveva ripetuto questa domanda. Voleva suonare la batteria e imparare a farlo nella maniera migliore. Per tre anni di seguito si era presentato agli esami di ammissione e, al primo tentativo, era stato dichiarato idoneo, senza però varcare il limite del numero chiuso. Ma quella prima soddisfazione lo aveva sicuramente incoraggiato a sperare ancora di più. “Era stato commesso un grave errore di valutazione nel fargli intravedere la possibilità di entrare in Conservatorio. Come si poteva pensare che per dieci anni Antonio avrebbe potuto studiare armonia, composizione, storia della musica? Bisognava invece immaginare un percorso adatto a lui, Un qualcosa che nessuno ha mai fatto, per i disabili innamorati della musica come Antonio. E doveva essere il conservatorio ad assumersi questo compito”.
Il professor Vizziello, il direttore, non vuole attribuirsi tutti i meriti e cita l’assessore alle politiche Sociali, Michele Platì, per l’impulso e il sostegno che il Comune ha dato ad un progetto tutto da costruire. Era indispensabile trovare un insegnante di sostegno con diploma di Conservatorio che affiancasse il docente di percussione e l’assistente batterista. E l’insegnante è uscito fuori da una selezione alla quale si erano presentati in sei. Doveva essere una persona che avesse già sulle spalle cinque anni di esperienza nel sostegno. Su di lui sarebbe caduto tutto il peso del progetto destinato a durare un anno, con 50 ore di lezioni previste. Data di inizio sabato 21 febbraio, spostata poi di una settimana. Il fatto è che di Antonio bisogna scoprire tante cose circa le sue capacità cognitive, la sua sensibilità musicale, il suo poter imparare a leggere la musica. Il problema è creare un metodo che sia tale da portarlo diritto alla integrazione. Infatti, il professor Vizziello, il direttore, lo vede – perché no?- inserito in gruppi, senza escludere che possa, in un domani, essere chiamato a suonare nell’orchestra, in alcune parti. Il piano educativo individualizzato (PEI) deve essere messo a punto in funzione di questi obiettivi. Non ci sono esperienze già fatte che possano indicare la strada più corretta. Sarà compito dell’insegnante di sostegno accompagnare, aiutare, monitorare i risultati del lavoro che porterà avanti con Antonio. Se i progressi ci saranno, non è escluso che il corso possa continuare per un altro anno. Il comune che ha già stanziato duemila euro, è favorevole a farsi carico anche del seguito di questa esperienza. Alla fine potrebbe essere un progetto pilota (documentato grazie una pubblicazione, già prevista) al quale potrebbero ispirarsi altri Conservatori italiani.“Antonio ha capacità particolari. Non legge la musica ma ha già suonato la batteria, facendo parte di gruppi. Alla conferenza stampa ha suonato anche il piano. E’ entusiasta e felice. Una felicità che ci ha comunicato”.
FONTE:
Foai.it