L’ostacolo sono i 32 gradini, persino più ripidi rispetto alla scalinata della vecchia stazione, che portano dalla stazione temporanea di piazzale Dalla Chiesa ai binari. C’è il montacarichi, ma va prenotato (dalle 7 alle 21, a un numero di Bologna) dodici ore prima del viaggio: solo così l’addetto della Cooperativa Facchini di Bologna (che gestisce alcuni servizi della stazione) l’azionerà con una chiavetta. Una decina di richieste al giorno, ci spiegano. E’ solo uno dei disagi che i portatori di handicap devono subire per prendere un treno. In questo, nulla è cambiato dalla vecchia alla nuova – sia pur provvisoria – stazione.
Ed è quello che fa uscire dai gangheri Bruna Bucci Guerra, presidente di «Alba» (Associazione per la lotta alle barriere architettoniche). Questa poteva essere l’occasione per fare una struttura europea e rispettosa delle esigenze dei disabili», dice. Non ci sono invece gli stalli per le auto dei disabili; nessuna delle tre biglietterie automatiche sono accessibili a chi si trova sulla carrozzina; scomode anche le macchinette per vidimare i biglietti; una «tagliola», per chi non si muove sulle proprie gambe, la porta di accesso alla sala d’aspetto. «Cosa costava fare una porta scorrevole?» dice la Bucci Guerra.
Allora tutto diventa inutilmente difficile: i bagni senza maniglioni e tazza alta (in barba a tre leggi: la 13 del 1989, la 104 del 1992 e il decreto ministeriale 236 del 1989); le macchinette per gli snack off limits per chi non sta in piedi (niente leggi, basterebbe il buon senso); il gradino di 15 centimetri all’ingresso del bar, la pesantissima porta di accesso, il bancone troppo alto. Si salvano le biglietterie con l’operatore, ribassate rispetto a quelle vecchie, e le due biglietterie automatiche della rete regionale, ad altezza carrozzina.
FONTE:
GazzettaDiParma.it