Non solo i disabili si trovano a combattere ogni giorno contro le piccoli e grandi barriere architettoniche in città. Mamme coi passeggini, anziani col bastone, persone con un lieve infortunio. Ma anche chi lavora per aiutare i disabili e per portare soccorso. Come i volontari della Misericordia che, oltre agli ostacoli fisici, si trovano a dover lottare anche contro l’indisciplina di chi parcheggia in maniera selvaggia e crea una nuova barriera, contro marciapiedi troppo piccoli e scivoli mancanti, buche e avvallamenti che rendono più complicato il lavoro, come spiega il provveditore dell’Arciconfraternita di Firenze Andrea Ceccherini
Provveditore, voi convivete ogni giorno con tanti disabili che lamentano il disagio creato della barriere architettoniche.
“Sì, per queste persone è un disagio grave e quotidiano. Ci sarebbero molte cose da fare e da cambiare in questo settore per assicurare quei diritti di cittadinanza che dovrebbero indistintamente spettare a tutti i cittadini, ma che spesso i diversamente abili non hanno. Sarebbe doveroso da parte di chi amministra la città migliorare la vita di queste persone, dando agevolazioni anziché ostacoli. Bisognerebbe dare maggiore possibilità di movimento e di azione in città: è fondamentale per loro sviluppare relazioni sociali e lavorative, seguire le cure di cui hanno bisogno, compiere attività di svago e quanto consente un’esistenza migliore”.
Le barriere non solo tali solo per i disabili… “Anche per chi, come noi, quotidianamente vive a contatto con queste persone, per aiutarli nei loro spostamenti, è molto faticoso operare nei percorsi stradali. Ogni giorno per esempio dobbiamo affrontare il problema delle soste, per le quali non usufruiamo di alcuna agevolazione. Basterebbe consentirci soste brevi, sufficienti per prendere o lasciare il disabile, per agevolarci il lavoro. I marciapiedi spesso sono troppo stretti e mancano scivoli che consentano l’attraversamento delle carrozzine. Bisogna prestare massima attenzione, altrimenti si rischiano guai per la presenza di buche o avvallamenti”.
Pochi giorni fa, però, vi è arrivata un’agevolazione: la possibilità di accedere alle corsie preferenziali con tutte le vostre 100 unità mobili.
“Sì, è il risultato di tanti tavoli aperti con il Comune. Ma dopo un buon risultato si pone subito una nuova preoccupazione. Mi riferisco ai ‘Pilot’, nuove barriere stradali architettoniche in cemento di forma cilindrica che si abbassano sotto l’impulso di particolari segnali acustici. In città ne sono stati già disposti in Borgo La Croce, in via Pietrapiana e in piazza Sant’Ambrogio. Per superarli ed entrare nelle zone ad accesso limitato, le unità della Misericordia di Firenze devono chiamare un numero ‘dedicato’ che apra i varchi, con una perdita di tempo inaudita, visto che lavoriamo in urgenza”.
Cosa dovrebbe fare dunque la nuova amministrazione cittadina? “Affrontare immediatamente il problema delle barriere architettoniche con tutto l’impegno e la competenza possibile. È un disagio di tutte le persone con difficoltà motorie per disabilità, invalidità o anzianità. L’invecchiamento della popolazione e il relativo incremento delle patologie invalidanti, rendono sempre più grave questo problema delle barriere, fattore di disagio ed emarginazione. C’è troppa poca attenzione a questo mondo sociale, che è in triste aumento e troppo spesso è costretto a subire silenziosamente l’indifferenza sociale”.
FONTE:
LaNazione.IlSole24Ore.com