La storia di Simona da “Come sette petali di rosa”

LibriConoscevo una bambina down che si chiamava Simona. Per la precisione è stata la mia compagna di classe per i tre anni delle medie. Aveva i capelli mossi e il naso a patata. Era seguita da un’insegnante di sostegno. Fu la prima, della nostra classe, ad avere le mestruazioni e, sotto sotto, la invidiavamo un pò, nell’ingenua convinzione che le mestruazioni fossero una bella cosa. Alle medie poi, nella mia classe, eravamo ancora molto bambini e, come afferma anche il signor Barrie, che ha scritto Peter Pan, “i bambini sono senza cuore”, e aveva molto ragione. Prendevamo spesso in giro Simona le facevamo fare molte cose sciocche che lei faceva volentieri (ancora adesso penso che i “ritardati” fossimo noi). Però è anche vero che il Signor Barrie non CONOSCEVA Simona e se l’avesse conosciuta, di certo avrebbe scritto “tutti i bambini sono senza cuore tranne Simona”, perchè lei capiva che la stavamo prendendo in giro e ci rimaneva male; però poi ci perdonava tutti e sorrideva con gli occhi lucidi e ci rivoleva bene da capo. Simona il cuore ce l’ha più grande di tutti. Allora penso a noi “normali” e mi sa che se il mondo fosse fatto di gente come Simona, allora non ci sarebbero né la guerra né la fame (lei offriva sempre un pò del suo panino).

Non sono discorsi politici, non voglio “sporcare” Simona con quell’argomento in cui tutto è il contrario di tutto, in un grigiore pieno di sfumature, perchè Simona è colore, anzi è tutti i colori! Il mondo, se fosse suo, sarebbe con tante casette e giardini e fiori e la massima offesa sarebbe “scemo” o “baccalà” (baccalina per le femmine), lei che dava lacrime tanto facilmente quanto sorrisi, con la velocità con cui il cielo cambia umore a Glasgow (e vi assicuro che è proprio molto veloce). Insomma un bel posto davvero per crescere i bambini, anche quelli “speciali” come Simona, che hanno così tanto da fare, e lo sanno bene i suoi genitori che dopo di lei hanno avuto altre due bambine “normali” che vogliono bene a Simona e alle quali lei vuole tanto bene. Allora mi chiedo se è giusto scegliersi i propri figli come da un catalogo, scartando quelli con dei problemi, con qualcosa in meno (che poi mica è vero: quel qualcosa in meno è compensato sempre da un cuore più grande, e così siamo pari). Simona ha  dato e continua a dare amore al mondo come in pochi riescono. Se la gente la conoscesse capirebbe quanto è sbagliato scartare bambini come lei, anzi ucciderli ancor prima che nascano senza neanche dar loro la possibilità né di farsi conoscere (e di conseguenza amare) né di amare a loro volta. Perchè poi un pezzo di Simona ti rimane dentro per sempre. Non è vero, io non “conoscevo” ma conosco una bambina down, un pò perchè ancora mi conosce e mi saluta chiamandomi per nome, un pò perchè quando faccio una cosa un pò sciocca, la vedo correre nei miei pensieri con quel suo modo buffo, coi gomiti all’insù, sento la sua risata fresca e la sua voce che mi dice “sei proprio una baccalina”. E ha ragione, rido anch’io. Rido con una bambina speciale che ha una famiglia speciale: hanno amato più di una bambina “normale”  perchè Simona ha bisogno di tante attenzioni. E’ vero, è impegnativo, ma tutto nella vita lo è: perchè ucciderla per questo? Perchè uccidere un cuore che batte più forte di altri? La paura di ciò che non si conosce è orribile, è vero, ma come può spaventare una bambina con un sorriso enorme che non si stanca mai di dirti “ti voglio bene”? Simona mi ha lasciato il regalo di sorprendermi del mondo come una bambina e quello di non temere ciò che non è uguale a me, perchè niente lo è. Ci sono tante sfumature che ci hanno fatti unici, tutti speciali, tutti belli. Piccole parti di un’unica immensa vita. E non si uccide una vita, mai. La vita la si può e la si deve solo amare.

Per chi volesse informazioni, potete contattare Virna Vitelli su facebook.

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