A Roma ancora troppe le barriere architettoniche per i non vedenti

Barriere ArchitettonichePercorsi per non vedenti ostacolati da barriere di ferro o da tavolino selvaggio. Oppure non praticabili perché sommersi da una gettata di cemento. L’incredibile odissea quotidiana a cui sono sottoposti i ciechi, che per muoversi in città devono affrontare numerose difficoltà. In alcune zone della capitale, sia centrali che semi-centrali, come largo Argentina, Trinità dei Monti, piazza Re di Roma, via Albalonga ed altre strade, i cosiddetti «camminamenti speciali» sono ostruiti.

Stiamo parlando delle guide speciali per i ciechi, le caratteristiche righe a rilievo tracciate sui marciapiedi, del loro medesimo colore, che terminano in «braille» ed hanno il compito di indicare il percorso. Sono predisposte in prossimità di semafori e attraversamenti pedonali. Eppure spesso sono inutili. Molti «normodotati» non ne conoscono neppure l’esistenza, o non li riconoscono. Basta muoversi per la città, troviamo numerosi casi. In piazza Re di Roma, la parte finale della guida, quella in braille, finisce a ridosso di uno steccato di ferro. In via Pomezia va a terminare contro il chioschetto di un’edicola; in via Albalonga è occupata dai tavolini di un locale. In questo caso, i non vedenti sono costretti a camminare cercando di evitare le sedie. Stessa situazione in via dei Frentani, vicino alla sede dell’Università La Sapienza.

Se ci spostiamo nel cuore del centro storico della città possiamo notare invece che a Largo Argentina la guida viene interrotta da una lunga gettata di cemento, che, praticamente, la divide in due parti. A Trinità dei Monti, invece, è occupata da un furgoncino che vende panini e gelati. Insomma, non sono rari i percorsi per non vedenti che non raggiungono il loro scopo. In molti casi per le strade cittadine si possono notare parti del camminamento speciale» rotte o divelte, che, invece di costituire un aiuto per chi non vede, possono, al contrario, metterlo in grande difficoltà o pericolo.

FONTE:

IlTempo.it

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