Radiologia «a domicilio» per i pazienti disabili, gravemente malati o impossibilitati a muoversi, ricoverati in casa o nelle case di riposo. Dopo Piemonte e Sicilia, sarà il Friuli Venezia Giulia la prossima regione che adotterà il progetto di ”radiologia mobile” sul territorio, o almeno sta facendo i primi passi in tale direzione. Questo, grazie all’impegno promesso dalla sezione friulana dell’Associazione nazionale tecnici sanitari di radiologia medica volontari. L’organismo, sostenuto dalla Federazione nazionale dei tecnici di radiologia e dalla Fondazione per la promozione e lo sviluppo della radiologia medica, ha come obiettivi quelli di offrire il proprio sostegno alle attività di assistenza sanitaria domiciliare.
«L’associazione – spiega Franco Pian, presidente della sezione friulana – nasce con lo scopo preciso di mettersi la servizio del territorio, dove sono presenti circa 600 tecnici radiologi, le cui competenze possono dare un sostegno anche ad affrontare problematiche di assistenza domiciliare alleggerendo gli ospedali nel monitoraggio del paziente anziano e in grave disabilità». La radiologia domiciliare s’inserisce nel più ampio contesto della diagnostica domiciliare, che si basa su due concetti: il primo è che le persone stanno sicuramente meglio a casa loro, con notevole miglioramento anche della relazione malato – professionista. Inoltre, è possibile che per il trasporto debbano venire coinvolti uno o più familiari della persona, impegnandone il tempo e, a volte, determinandone la perdita di giornate lavorative. Meno importante, ma da non sottovalutare, è la constatazione che il trasporto di malati particolarmente complessi costa mediamente più della prestazione stessa, sottraendo, tra l’altro, mezzi e strutture ad attività per casi gravi ed urgenti. Sostanzialmente, il servizio di radiologia domiciliare può essere attivato per gli esami radiologici del torace, del bacino, dell’anca, degli arti superiori ed inferiori, di mano e piede e delle seguenti articolazioni: spalla, gomito, polso, ginocchio e caviglia. Il servizio è pensato soprattutto quale risposta ai bisogni delle persone affette da patologie polmonari, cardiache, oncologiche, neurologiche ed osteoarticolari, nonché per i soggetti sottoposti ad interventi ortopedici per posizionamento di protesi, persone con difficoltà di movimento o non deambulanti e disabili.
FONTE:
SuperAbile.it