Marciapiedi con pochi scivoli, negozi e locali a volte inaccessibili e, soprattutto, una struttura frequentatissima ma densa di ‘barriere architettoniche’. Si proprio quelle che, invece, dovrebbero essere abbattute per evitare molti disagi ai disabili. Ad essere preso di mira, a Termoli, è il sottopassaggio ubicato a ridosso dello scalo ferroviario termolese che collega da un lato via Trieste e dall’altro piazza Garibaldi. Una struttura imponente, spesso maleodorante ma comunque molto gettonata sia dai pendolari sia dai cittadini che scelgono di abbreviare il loro tragitto per raggiungere il centro o, viceversa, per spostarsi da esso.
Tutti, infatti, utilizzano il sottopasso ferroviario per andare a lavoro, raggiungere i negozi e locali del centro, scendere in spiaggia, adempiere alle quotidiane basilari necessità. Eppure la struttura è una ‘composizione’ vivente di barriere architettoniche che, di fatto, ostruiscono od aggravano il passaggio di moltissimi utenti: disabili, pendolari con numerosi e pesanti bagagli, passeggini. Già, i carrozzini che spesso le mamme non riescono a sollevare per tutte quelle scale.Un episodio balzato agli occhi proprio qualche giorno fa a Termoli quando, nella stessa mattinata, si sono avvicendati per le scalinate del sottopassaggio ben tre carrozzini con tanto di gente pronta a sollevare e ad aiutare mamme in difficoltà con i propri pargoli. Nessuna discesa per le carrozzine di bambini e disabili, nessuna agevolazione per i pendolari, studenti universitari, lavoratori e viaggiatori che siano, niente di niente. In realtà vi sono degli ascensori all’interno della struttura, peccato però che siano bloccati da tempo. Ed i commenti si sprecano. Una realtà non proprio felice per tantissima gente che, quindi, spesso deve soccombere alle lacune che imperversano nella cittadina adriatica.
FONTE:
TermoliOnline.it