A Palermo Il Centro di Assistenza per i Malati di Alzheimer Rischia di Chiudere

Malattia di AlzheimerRiprende a Palermo il servizio di assistenza ai malati di Alzheimer che proseguirà la sua attività fino al 16 ottobre, giorno in cui scade la convenzione con la provincia. Ma nessuno sa cosa succederà dopo. “Per quanto tempo ancora – si chiede, il responsabile  Gaetano Lisciandra -, il centro dovrà ancora vivere di elemosina mensile senza pensare ad una sua effettiva stabilizzazione per la tutela della salute dei pazienti?”. “La malattia non aspetta i tempi della burocrazia. Occorre non perdere tempo per non arrivare alla scadenza di ottobre nuovamente con l’acqua alla gola”, ammonisce la consigliera provinciale di Italia dei valori Giusi Scafidi.  In attesa di essere ricevuti dall’assessore regionale alle Politiche sociali, Caterina Chinnici, e dello sblocco delle risorse previste dalla Legge 328/00, il Cea si appella ai privati: “Chiediamo l’aiuto di banche, case farmaceutiche e a tutti i privati di buona volontà”. Il Comune di Palermo, l’ente istituzionalmente competente ad occuparsi del Cea, non è in grado di attivarsi per mancanza di liquidità. Intanto, un primo punto della situazione si farà il prossimo 19 settembre, giorno in cui si svolgerà il XV congresso sulla “Malattia di Alzheimer  e la rete dei servizi in Sicilia tra cura ed assistenza”. Tra i nodi da sciogliere sul futuro del Cea, vi è la mancanza del personale che riduce notevolmente la quantità delle persone assistite.

 Il Centro educativo per malati di Alzheimer avrebbe, infatti, gli spazi per potere dare assistenza diurna a 50 pazienti ma, di fatto ne assiste soltanto 12 per mancanza di personale. Le nove Unità di valutazione Alzheimer potrebbero, una volta individuata la persona affetta dalla malattia, indirizzarla al Cea ma non possono farlo proprio per la riduzione dei posti. La partecipazione degli utenti alle attività del centro è del tutto gratuita. Gli operatori coinvolti nel progetto sono un educatrice professionale, Giovanna Cardinale e quattro operatori professionali. Un nodo ancora più grosso è quello relativo all’attivazione del Centro di sollievo notturno, annesso al Cea, inaugurato il 21 maggio scorso e mai reso funzionante. Inoltre il Cea riesce a garantire l’assistenza diurna soltanto cinque giorni alla settimana escluso il sabato e la domenica. Il mese scorso, l’assistito Rosario Musicò di 82 anni, è morto dopo un vero e proprio calvario patito in un caldo fine settimana di agosto. Proprio nella mattina dello scorso 1 agosto, l’ottantaduenne, assistito dall’anziana moglie, aveva cominciato a presentare i sintomi della malattia: nervosismo, agitazione, comportamenti violenti, tanto da spingere la moglie a chiamare il 118. “Alla prima chiamata –  ha raccontato la moglie, Maria Capizzi – mi sono sentita rispondere che per i malati di Alzheimer l’ambulanza non poteva intervenire. Allora, ho chiamato un operatore del Cea, il quale, insistendo al telefono, è riuscito a farli intervenire rapidamente per ricoverare mio marito presso una casa di cura”. Grande in questo caso è stata la rabbia del direttore del Centro, Gaetano Lisciandra che ha accusato “gli enti preposti di non fare funzionare i servizi sanitari per i malati di Alzheimer”. “Ribadisco che se il Centro che dirigo – ha precisato -, con i giusti finanziamenti, fosse stato aperto anche di sabato, questo decesso si sarebbe potuto evitare. Il fatto è abbastanza grave perché non si abbandona un malato di Alzheimer e la sua famiglia quando anche quest’ultima non è nelle condizioni di aiutarlo – incalza ancora Lisciandra.  Ricordiamoci che di Alzheimer non si muore”.

FONTE:

SuperAbile.it

Un pensiero su “A Palermo Il Centro di Assistenza per i Malati di Alzheimer Rischia di Chiudere

  1. Leggere certe notizie si resta sgomenti. Gli episodi di malasanità sono ormai diventati “normalità“, nonostante tutto siamo insensibili a queste vicende umane tragiche.
    Chi scrive, conosce bene la voce della sofferenza, particolarmente grave è l’apatia e l’insensibilità che circonda la sofferenza in senso generale. Tutti siamo presi dai problemi quotidiani che ci isolano dai problemi individuali del nostro prossimo. Ma, il grido di dolore si leva solo dalla gente comune, i potenti riescono sempre ad ovviare a certe situazioni di tragicità (ricoveri, spese mediche e farmaci, trasporti di ammalati e altro), mentre i meno abbienti siamo abbandonati a noi stessi, se trattasi di situazioni di gravità e handicap si fà prima a comprarsi un’arma e spararsi. Gradirei avere suggerimente x l’assistenza e la cura dell’Alzheimer. Grazie.

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