Può vantarsi, Laura Rampini, e a buon ragione, di almeno due cose: del carattere forte e positivo che si ritrova, prima di tutto, poi del fatto di essere la prima paracadutista al mondo in carrozzina. Sì, esatto: abbiamo la fortuna che questo primato tocchi ad un’italiana, e ad una, davvero, fuori dall’ordinario. Laura, per dimostrarlo, parteciperà ai prossimi Campionati Italiani di paracadutismo, in programma a Fermo (AP) in questi giorni e fino al 20 settembre. Si butterà nel vuoto, e prenderà coraggio per tutti quelli che la paraplegia o tetraplegia ha costretto in carrozzina e che pensano a questo come un traguardo impossibile. Per Laura, invece, ‘impossibile’ è parola assente dal vocabolario, anzi, articolando il suo pensiero, “è solo un’opinione, non un dato di fatto, è una sfida, non una regola, e in ogni caso non vale per tutti allo stesso modo né è mai per sempre”. Lo dice nello slogan presente sul sito dell’Associazione che ha fondato nel 2005, LiberHando, e che la caratterizza più di mille righe di presentazione. Però vale la pena conoscerla meglio, questa Laura Rampini. E’ umbra, ha 37 anni e, incredibile, già 2 figli: Luca di 16 anni, e Nico, di 11. “Ho fatto presto- dice-, sposata a 19 anni, a 21 il primo figlio, a 22 l’incidente in auto, un frontale che mi ha mandato in coma. Poi al risveglio, ho scoperto di aver riportato una lesione alta alla colonna vertebrale, una situazione che, dicevano i medici, mi avrebbe impedito di aspettare figli”. Invece Nico l’ha voluto, ed è arrivato. Già allora, per Laura, la parola impossibile non aveva alcun significato.
E l’ha voluto dimostrare con la sua vita intensissima, e quella che lei si sente addosso come una “missione da compiere: tirare fuori di casa più disabili possibile. Perché siamo un esercito, in realtà, ma in strada se ne vedono pochissimi, e sempre gli stessi”. Così, Laura ha prima provato sulla sua pelle l’ebbrezza del volo, “una specie di fissazione che avevo sin da piccolina, quando mi lanciavo da un albero vicino casa con l’ombrello aperto, e atterravo su un materassino a terra, fingendo di essere Mary Poppins”, poi ha cercato di contagiare tutti gli altri. “Ho cominciato con l’ultraleggero, poi con il parapendio. Fino ad arrivare al paracadute, qualcosa di grandioso, indescrivibile. Oggi, con la nostra Associazione, abbiamo portato in aria con noi, a sfidare il vuoto e lanciarsi in tandem, con l’istruttore, ogni tipo di disabilità: para e tetraplegici, ragazzi con sclerosi multipla, spina bifida, distrofici, amputati, non vedenti. Per tutti loro organizziamo Tornei, manifestazioni. Sono oltre 3000, ormai, gli iscritti”. Oltre questo, Laura ha deciso caparbiamente che viaggiare sarebbe stato l’altro progetto da portare in porto. “Ma viaggiare da disabile, che è cosa diversa – dice-, in piena autonomia, su un camper attrezzato di tutto” e con al seguito l’immancabile carrozzina. “Ho capito che sarebbe stato utile a tutti quelli come me e Filippo, il mio compagno, anche lui disabile, che mi affianca in questa impresa, fare una mappatura del mondo accessibile, tracciare itinerari completamente senza barriere”. Così, detto fatto: quest’anno hanno già visitato gli Stati Uniti, dicendone un gran bene, quanto a livello di attenzione per l’accessibilità e avanguardia, a ottobre andranno a Berlino e Amsterdam, a metà novembre in Australia. “Tutto auto-finanziandosi – precisa-, per dimostrare serietà, prima di cercare fondi e sponsor”. Grazie al cielo, però, non sono soli: “Nei nostri viaggi anche Turisti per Caso ci segue, li abbiamo contattati per illustrare il nostro progetto, definendoci appunto ‘turisti disabili per caso’, e loro hanno manifestato subito interesse e curiosità. Poi abbiamo il Patrocinio della Camera dei Deputati. E per fortuna, soprattutto per i lanci in paracadute, abbiamo avuto grande attenzione da parte dei media: molte trasmissioni di punta del servizio pubblico e delle reti private ci hanno dato spazio: Mattino 5, Unomattina, La Vita in diretta, tra poco i Fatti Vostri, o come si chiamerà quest’anno. Per ora, però, solo a livello di tema sociale, non come sport effettivo, che invece è l’aspetto che mi preme sottolineare”. Ma Laura è saggia, vede i traguardi sempre vicini, e se ne pone incessantemente di nuovi, con un’energia assolutamente fuori dal comune. Sa che, perché il paracadutismo dei disabili diventi una disciplina sportiva vera e propria, ci vuole ancora un po’ di tempo, ma sa aspettare. Intanto, oggi pomeriggio stesso fa qualcosa di concreto, in tal senso: si lancia ai Campionati Italiani della Federazione Italiana Paracadutismo Sportivo. L’ennesima sfida di Laura è lanciata.
FONTE:
Laura conosciuta in un centro riabilitativo di eccellenza GLI ANGELI DI PADRE PIO e’ una donna speciale, una grande donna. HA CARISMA DA VENDERE, e’ essa stessa testimone che anche nella disabilita’ si puo’ essere “liberi”.