Un Villaggio che ospiterà 80 persone: una comunità di famiglie “solidali”, anziani poveri, persone con disabilità, minori senza famiglia e persone in stato temporaneo di necessità. Una realtà in cui saranno promosse la centralità della persona e il suo benessere globale, in un sistema basato sull’aiuto reciproco e sulla valorizzazione delle relazioni tra le persone. Questi gli obiettivi del “Villaggio Solidale”, promosso dalla Fondazione Cav. Guido Gini – Onlus di San Giovanni Lupatoto (VR), e presentato oggi a Verona. Il Villaggio Solidale è in corso di realizzazione a Mirano (VE) e l’attività di accoglienza inizierà nel 2011. Sorge su un’area di circa 20.000 mq, di cui 5.000 mq di superficie edificata, suddivisa tra spazi abitativi (30 appartamenti) e luoghi per favorire l’aggregazione e l’incontro: campi sportivi, un parco, giardini, aree per lo svolgimento di attività ricreative, sportive e culturali. Il progetto è promosso dalla Fondazione Cav. Guido Gini – Onlus in partnership con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Cooperativa Il Villaggio Globale di Venezia e l’Associazione Mondo di Comunità e Famiglia, e con il contributo della Regione Veneto. Il costo totale per la sua realizzazione è di 5 milioni di euro, già coperti per il 77% dal capitale della Fondazione Gini e da contributi regionali. Il rimanente dovrà essere coperto tramite donazioni da privati e imprese e da altri apporti pubblici.
L’incontro di presentazione si è aperto con l’intervento del dott. Guido Gini, legale rappresentante della Fondazione promotrice: «Il Villaggio Solidale che stiamo realizzando a Mirano è la concretizzazione di un’utopia: la creazione di un luogo in cui una comunità di famiglie “solidali” vivrà accanto a persone con disabilità, persone con difficoltà socio-economiche e anziani poveri. I bisogni e le necessità di ciascuno saranno superati anche attraverso la dimensione collettiva, la partecipazione e lo sviluppo delle singole potenzialità, nella convinzione che tutti hanno qualcosa da dare agli altri. Le persone accolte nel Villaggio potranno quindi usufruire non solo di specifici servizi assistenziali tarati sulle loro necessità, ma soprattutto vivere in un contesto basato sulle relazioni, sull’aiuto reciproco, sulla valorizzazione delle peculiarità individuali. Inoltre saranno promossi diversi servizi e attività per favorire la condivisione degli spazi e migliorare la qualità della vita delle persone: portierato sociale, Banca del Tempo, car sharing, gruppi di acquisto, attività artistiche e musicali, giardinaggio, orticoltura. Le nostre aree verdi, i campi da gioco e le sale comuni saranno inoltre aperte a tutti i cittadini, affinché il Villaggio diventi un luogo di aggregazione per chiunque».L’Assessore Regionale alle Politiche Sociali Stefano Valdegamberi ha poi illustrato le motivazioni che lo hanno spinto a sostenere l’iniziativa: «In questo periodo di sgretolamento dei valori e di parcellizzazione delle famiglie e delle strutture sociali, la risoluzione dei problemi delle persone è basata su di un rapporto di dipendenza istituzione-individuo. Un modello sempre più difficile da sostenere, anche per carenza di risorse. Ecco che il Villaggio Solidale si qualifica come una concreta opportunità di ri-creare legami e relazioni sociali, di ri-aggregare le persone. Integrando i bisogni all’interno di una comunità, questo modello combatte la ghettizzazione di chi ha delle difficoltà, e che spesso può disporre solo di strutture isolate dal resto della società. Oltre ad offrire servizi assistenziali, si costruisce così un sistema valoriale e sociale, che considera la persona nella sua globalità, ottenendo anche un effetto moltiplicatore-integratore delle risorse pubbliche».
L’incontro è poi proseguito con gli interventi degli altri partner del progetto, in primis l’associazione “Mondo di Comunità e Famiglia” a cui aderiscono più di 30 “comunità di famiglie” anche detti “condomini solidali”. Il suo presidente, Bruno Volpi, in particolare ha spiegato che: «degli 80 abitanti del Villaggio Solidale, 25-30 saranno i membri delle “famiglie solidali”, persone cioè che hanno scelto di vivere in una dimensione comunitaria, basata sull’accoglienza, la condivisione di tempo e risorse, l’apertura verso gli altri. Si costruirà una sorta di “famiglia allargata”, in cui si vada al di là dei rapporti di buon vicinato, mettendo in gioco le proprie capacità ma in generale tutta la propria vita per il benessere dell’intera comunità. In questo modo è possibile incrementare la qualità della vita delle singole famiglie e al contempo del sistema sociale in cui sono inserite». Pensiero condiviso anche da Bernardino Mason, presidente della cooperativa “Il Villaggio Globale” che gestirà gli appartamenti destinati agli anziani e alle persone in situazione di disagio socio-economico. Mason ha evidenziato il ruolo dell’housing sociale come strumento non solo per rispondere a bisogni (residenziali, assistenziali, socio-sanitari) ma anche per migliorare la qualità della vita di chi vi abita, creando le premesse per sviluppare un sistema basato sui valori e sulle relazioni. Giancarlo Sanavio, esperto di strutture per le persone disabili e consulente delle Fondazione Gini, ha sottolineato il vantaggio di questo nuovo modello di accoglienza per i disabili: «Costruendo più strutture assistenziali una vicina all’altra e vicino alla comunità delle famiglie solidali e coinvolgendo tutti gli abitanti nelle attività del Villaggio, è possibile diminuire i costi di costruzione e gestione delle strutture. Al contempo si offre alle persone con disabilità la possibilità di vivere una vita migliore, con maggiori opportunità relazionali rispetto ad una situazione “classica” in cui le singole strutture sono sparse nel territorio, con la problematica frequente di essere spesso viste con diffidenza dagli abitanti delle zone limitrofe». Presente in sala anche Gianni Compri, consigliere dell’associazione “Mondo di Comunità e Famiglia” che ha citato la presenza di diversi gruppi in Veneto e anche a Verona di questa associazione.
FONTE:
PadovaNews.it