Secondo gli ultimi dati presentati dalla Società, la principale causa di neurodisabilità in Italia è l’ictus.
Con una prevalenza di 200 emiplegici ogni 100 mila abitanti. Una corsa in ambulanza al più vicino ospedale ed una diagnosi grave: ictus.. Questa la terribile descrizione di chi è colpito dall’ictus.
Una patologia che si manifesta solitamente con una perdita di coscienza improvvisa o un offuscamento della stessa, a cui può far seguito una paralisi generalmente a un solo lato del corpo (emiplegia) e disturbi della parola.
Neurodisabilità che si possono verificare per un incidente stradale dopo una notte brava tra il sabato sera e la domenica (molti i giovani), o dopo la diagnosi di malattie invalidanti e degenerative (soprattutto negli anziani), come l’alzheimer, il morbo di parkinson o la sclerosi multipla.
La SIRN, in questi giorni in congresso al Palazzo del Casinò del Lido di Venezia fino a sabato 8 aprile nel VI Congresso Nazionale, ha reso noto i dati relativi alla prevalenza delle principali cause di disabilità neurologica in Italia elencate in ordine di frequenza: 1 ictus, 200 emiplegici ogni 100 mila abitanti; 2 trauma cranici gravi da incidenti stradali, domestici o sportivi, 150 casi ogni 100 mila abitanti; 3 morbo di parkinson, 100 casi ogni 100 mila abitanti; 4 mielolesioni, 80 casi ogni 100 mila abitanti; 5 sclerosi multipla, 50 casi ogni 100 mila abitanti.
I centri di neuroriabilitazione – si legge in una nota – presenti in Italia a macchia di leopardo sul territorio, sono organizzati in unità operative specifiche.
Ogni unità operativa ha sue caratteristiche particolari, dipendenti dal tipo di patologia che vi si cura.
Per tutte, lo scopo e l’ambizione è portare il paziente al massimo possibile grado di indipendenza e di benessere. I protocolli assistenziali si formano attraverso due differenti fasi: valutativa e terapeutica.
Per quanto riguarda la valutazione, tanto all’ingresso quanto alla dimissione, la qualità e la quantità del grado di compromissione del paziente è studiata con l’impiego di protocolli standardizzati, comprendenti scale funzionali e neurologiche ed un’ampia batteria di test di neuropsicologici.
Grazie a queste valutazioni, viene elaborato per il paziente un progetto riabilitativo.
I pazienti – conclude la nota – vengono quindi trattati quotidianamente, per più ore, per cinque o sei giorni la settimana; la durata delle terapie va da uno a due o tre mesi, a seconda delle patologie e al grado di compromissione motoria e neuropsicologica. I pazienti più gravi sono sottoposti a più cicli durante l’anno.
Gli studi e le ricerche effettuate in questo ultimo decennio hanno di fatto dimostrato che esiste la possibilità di rigenerazione delle cellule e fibre nervose sia al livello centrale sia a quello periferico, con la conseguente possibilità di ripristino delle caratteristiche anatomiche e funzionali.
Ciò ha provocato una vera rivoluzione anche nell’approccio riabilitativo dei pazienti con lesioni neurologiche invalidanti.
Tra le novità che verranno discusse la SIRN ha in progetto di istituire a breve una scuola di formazione permanente in neuroriabilitazione a Venezia.
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