Un numero verde che risponde all’800 149 626 e medici specialisti a disposizione per consigli, indicazioni, primi approcci sanitari: è quanto sarà possibile fare il 27 novembre prossimo in tutta Italia presso le strutture sanitarie aderenti l’iniziativa in occasione del secondo appuntamento con la Giornata nazionale della malattia di Parkinson. Unico lo slogan: “Cambia ritmo, informati: il Parkinson si può curare”. Patologia difficilmente diagnosticabile e dalla sintomatologia complessa, il Parkinson in Italia colpisce ogni anno un numero di circa seimila persone e l’esordio per una persona su quattro si verifica intorno ai 50 anni. L’accesso all’informazione e la diagnosi precoce possono fare tanto ed è per questo che la Giornata nazionale può essere un buon inizio per saperne di più. Malattia degenerativa del sistema nervoso centrale, il Parkinson tende a far scomparire le cellule di questo sistema, andando a colpire soprattutto quelle che producono il neurotrasmettitore dopamina.
Questo genera la progressiva perdita di controllo di se nella propria attività motoria e non motoria: il Parkinson tocca gli arti, ma anche l’umore, il sonno e la memoria. Se la dopamina diminuisce troppo, le cellule del sistema nervoso “si parlano” meno e comincia a venire meno il controllo nel movimento del corpo: tremore, lentezza e rigidità possono in alcuni casi rappresentare già sintomi molto chiari della patologia. Ancora ignote le cause: più che per fattori ereditari, gli scienziati sono sempre più orientati sull’interazione tra fattori tossici ambientali e vulnerabilità del soggetto.
Decisiva tuttavia la diagnosi precoce che si basa principalmente sulla presenza di alcuni sintomi, per questo motivo è fondamentale aver cura di descriverli al medico nel modo più accurato possibile. La diagnosi è prevalentemente clinica e si basa sulla presenza di almeno due o più sintomi motori tra tremore, lentezza dei movimenti, rigidità muscolare e instabilità posturale; altre volte, la malattia può esordire in modo subdolo con sintomi aspecifici. Secondo una recente indagine, i pazienti aspettano quasi cinque mesi per andare dal medico perché la maggior parte di essi e dei loro familiari non è in grado di riconoscere i sintomi iniziali della malattia e ben 9 su 10 non hanno avuto alcun sospetto; il 15-20% si è rivolto al medico a distanza di 1-2 anni dai primi sintomi: un tempo di attesa troppo lungo che si riscontra soprattutto tra i pazienti più giovani. La parola d’ordine è, dunque, rivolgersi subito al medico poiché ritardare la diagnosi e l’inizio della terapia significa avere una ridotta qualità di vita, mentre un intervento farmacologico precoce può favorire un migliore decorso della malattia.
Per saperne di più e accedere ai servizi e alle informazioni relative alle iniziative della II Giornata nazionale della malattia del Parkinson, basta navigare nel sito www.giornataparkinson.it e informarsi sugli eventi e le strutture della propria città. A Roma, medici specialisti sono a disposizione per informazioni, consigli e suggerimenti dal 25 al 27 novembre presso la Galleria Alberto Sordi dalle 9 alle 19.30.
FONTE: