Solitudine per le famiglie con disabili

 

I nuclei famigliari con i membri disabili, secondo un’indagine del Censis, sono molte volte abbandonati dallo Stato. Tutto ciò fa soffrire la persona con problemi fisici ben il doppio delle volte, sia perché gli individui disabili sono costretti nel subire sofferenze per il loro grado di malattia, e sia perché percepisco le varie difficoltà che devono affrontare i loro cari per queste situazioni non piacevoli, che le loro famiglie devono combattere. La responsabilità che invece oggi lo Stato dovrebbe esser in grado di dare nella società. Oggi il 50% delle famiglie di persone con sindrome di Down ha dovuto da sole rimediare nel scoprire le sedi che distribuiscono prestazioni riabilitative e nel 40% delle famiglie si sono dovute orientatasi a organismi privati. Ovviamente c’è ancora molta indifferenza nell’italiano medio che spesso predilige non sapere anzi che informarsi e così meglio contenere il perché di una disabilità o di un’affezione. 

Questo sviluppo di rafforzamento morale dovrebbe decollare dall’istruzione dei nostri figli al fine che future famiglie del domani potranno comprendere quanto l’aiuto vicendevole sia fondamentale. Le istituzioni ulteriormente dovrebbero desiderare di offrire le loro risorse più operative, vi voglio ricordare sempre secondo l’indagine del Censis, i malati di Parkinson hanno enormi problematicità nella gestione del trattamento farmacologica che presume l’assunzione di più farmaci durante tutta la giornata. Per un malato di Parkinson su tre il peso finanziario dei farmaci è troppo altissimo: i loro nuclei familiari non possono a provvedere alle spese. Che cosa dirvi ancora? A tutto oggi più grave del lato economico, vi sono i problemi emotivi: Il 73%  dei malati di Parkinson afferma di sentirsi solitario. Speriamo che questa indagine serva almeno per far ragionare su cosa vuol dire solitudine, principalmente in quando si è disabili o gravemente malati, e che ciò sia utile per far svegliare sulle nostre anime.

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