Odissea nelle stazioni ferroviarie per prendere un treno quando si è su una carrozza elettrica

Volevo prendere il treno!
Ovviamente, non uno di quelli che ti regalavano una volta a Natale se eri stato un bravo bambino e che si montavano sul pavimento del salotto per giocarci.
Non lo volevo neppure comprare, rubare o affittare, perché avrei avuto forti difficoltà a farlo marciare senza rotaie…
Semplicemente, del treno, mi interessava solo il suo utilizzo come mezzo di trasporto collettivo, pagando il corrispettivo biglietto.
Più precisamente da Budrio dove risiedo, a Bologna dove lavoro, fermata di via Larga.
A beneficio dei pochi lettori che ancora non mi conoscono, vale precisare che io faccio parte di quella elite di persone che in Italia hanno un infinito numero di benefit, sia economici che di servizi sociali, cioè sono un invalido con carrozzina al seguito.
Ma lasciamo stare questo aspetto marginale della mia vita, che poi mi si dice che mi sbrodolo troppo con queste mie vanterie di carattere fisico.
Veniamo ai fatti.
Qualche giorno prima del giorno prefissato vado sul sito web di Fer Emilia Romagna, dove effettivamente trovo tutte le informazioni sui treni: orari, fermate, stazioni, ecc… Perfetto, c’è anche la possibilità, per i privilegiati come me, di prenotare un servizio ad hoc. Basta chiamare 48 ore prima della corsa e così io faccio, aggiungendo anche una e-mail… non si sa mai!
Trovo un gentilissimo e disponibilissimo funzionario, di cui non faccio il nome per evidenti ragioni di privacy, che mi assicura che non esistono problemi.
Così, mercoledì 3 agosto 2011, punto la sveglia in tempo e bello come il sole alle 8 sono alla stazione di Budrio, mi bevo l’ottimo caffè della signora Marisa, mi compro i biglietti e mi metto con la mia spider elettrica sotto alla tettoia ad aspettare pazientemente il mio treno.
Ore 8,19 il treno non si fa vedere!
“Che minchia succede?” – fa un muratore di chiari origini siciliane, mio compagno d’attesa – u trino sequestrato fu?”
“No – ci chiarisce una edotta signora piuttosto obesa – non avete letto su quel foglio in bacheca che c’è scritto? Fino al 29 agosto sono stati aboliti i treni intermedi, cioè quelli che non fanno l’intera tratta Bologna-Portomaggiore”.
“Cacchio – sbotto io già alterato – l’asterisco che riporta tale importantissima informazione è talmente piccolo sul foglio che mi era parso la cacchina di una mosca!”
Ore 8,54 arriva il treno!
Peccato che sia di quelli vecchi bacucchi, talmente malmesso che si notano spuntare, in alcune parti della carrozzeria, antiche aste di freccia, ricordo di epici assalti al treno da parte di Sioux ed Apaches dell’Arizona.
Ma, cosa ancora più stressante, non è assolutamente agibile per me, a causa di enormi scalini per accedervi. A meno che non dispongano di una “zirela” ma non ne vedo.
Interpello il personale, che si prodiga, telefona, propone anche di attaccare me e la carrozza dietro al locomotore, come vagone aggiunto, ma poi faccio notare loro che il passo rotabile della mia spider è molto più stretto di quello delle rotaie e non se fa nulla. Peccato, sarebbe stato emozionante!
Ore 11,24 Arriva il mio treno benedetto!!!
Che bello, dopo tante ore a grattugiarmi i cosiddetti, è il mio turno. Mi piazzo strategicamente davanti alla porta con il simbolo azzurro dell’handicap che si apre subito. Miracolo!
Poi si affaccia un signore dalla porta (credo il capotreno), guarda prima a sinistra e poi a destra ed immediatamente rientra , le porte si richiudono ed il treno si mette in moto.
L’uomo non mi ha visto!
Che abbia solo la consegna di guardare a destra ed a sinistra e non davanti?
Oppure che sia a causa di quella dieta che persevero ormai da decine di anni e che sta dando insperati risultati, tanto da rendermi praticamente invisibile?
Urlo e mi sbraccio, fintanto che il macchinista mi vede, frena e torna un paio di metri indietro!
“Deve salire? Mi scusi, non l’avevo vista…”, mi fa il signore col cappello.
Che io interpreto come:
“Guarda sto sfigato in carrozzina che è venuto in stazione a vedere passare i treni! Dopo il turismo sessuale ed il turismo degli omicidi, quello dei treni è la prima volta che lo vedo.”
Comunque sia, sono dentro e dopo quattro ore abbandonati sono a Bologna, in via Larga.
Una vera Odissea, cari lettori!
Senza citarvi che: la rampa per scendere in via Larga è una pista nera, tanto è ripida e pericolosissima e che andando per marciapiedi dalla fermata alla redazione ho dovuto confrontarmi con innumerevoli auto parcheggiate sui marciapiedi, ecc…
Ma non si può avere tutto nella vita, no?
Finale della favola: per trovare un treno accessibile per il ritorno, ho dovuto prendere la corsa delle ore 14,43 il che ha significato un rapido saluto ai colleghi, una grattatina ai… polpacci e via, a casa!

Finita la cronaca, forse un tantino romanzata ma verissima, mi chiedo:
1. Costerebbe troppo migliorare la comunicazione tra i vari reparti di Fer, cioè tra l’amministrazione ed il personale sui mezzi?
2. Che cacchio ci fanno quei vecchi treni ancora in servizio?
3. Sugli orari, al posto di quelle misteriose sigle, tipo ATR, non si potrebbe specificare che tipo di treno fa la corsa specifica, così l’handicappato di turno si può regolare e scegliere di quale morte morire.
4. Sarebbe troppo esoso sistemare le fermate con un marciapiede rialzato per abbassare il gradiente delle rampe e quindi dello scalino anche per i viaggiatori camminanti, anziani e bimbi compresi?
5. E l’elettrificazione della tratta che fine ha fatto? E’ vero che il progetto ha previsto una dotazione di energia elettrica insufficiente per fare camminare i treni? Oppure, è vero che la linea elettrica non è stata ancora completata a causa di un sottopasso che non permette l’utilizzo dei treni elettrici?
Ricordo alla fine degli anni ottanta, io facevo il Sindaco di Budrio, quando, durante una visita ufficiale alla cittadina tedesca di Eicheneu, il borgomastro della bella cittadina bavarese ci propose una escursione in treno a Monaco .
In quella occasione toccai con mano, anzi con i piedi, perché allora un po’ camminavo, che là tutti i treni di norma hanno l’accesso dal marciapiede e senza scalini, tanto che molti ci caricano direttamente biciclette, passeggini e cazzozzine elettriche ed a mano che siano.
Non aggiungo altro, per evitare che a qualche buontempone non venga in mente la balzana frase fatta: “Eh, già… quando c’era Lui almeno i treni arrivavano in orario!”

P.S. (1) Mercoledì 10 agosto ci riprovo: stessa tratta “Budrio-Via Larga” e ritorno; orari 7,54 – 14,43; solita mail e conseguente telefonata in direzione, ennesima rassicurazione… no problem!
Arriva il treno idoneo a caricare me e la mia carrozza elettrica, peccato che arrivi inaspettatamente sul binario 2 al quale le persone normali vi accedono con un nuovissimo sottopasso, mentre i diversamente sfigati con un sollevatore inadeguato per un mezzo come il mio, chiuso con una chiave che non si sa bene chi la tiene in custodia e chi la può o la deve utilizzare. Voci incontrollate asseriscono che l’attrezzo addirittura non funzioni! Comunque, dato che non è possibile capire in anticipo su quale binario arrivi un treno, il rischio è quello di utilizzare l’infernale montascale per accedere ai binari 2 e 3 e poi vedersi arrivare il mezzo sul binario 1 !!!
E poi, diciamocelo con franchezza: i montascale del genere servono solo ed esclusivamente per sollevare la coscienza dei progettisti, che approntando un nuovo servizio pubblico li prevedono come giustificazione d’avere ottemperato all’obbligo di legge sul superamento delle barriere architettoniche. Ma è la solita ipocrisia di una società civile ancora troppo inadeguata di fronte alle esigenze ed ai diritti di mobilità dei meno fortunati.
Concludo il reportage di questa seconda giornata in stazione con l’ormai ridicolo tentativo di accedere al treno seguente, quello cioè delle 8,54: è arrivato un mezzo di quelli vecchi e quindi inadeguato e, per non farsi mancare niente, addirittura sul binario 3.
Meglio farsi una bella risata, prendersi un giorno di ferie e tornarsene a casa, per mettere su computer questo post scriptum.

P.S. (2) Giovedì 8 settembre alle ore 21 sarò anch’io allo Spettacolo HandiShow 2011 allo Spazio Estragon del Parco Nord, presso la Festa Provinciale dell’Unità. Un amico con un mezzo appropriato mi porterà alla serata e che nessuno mi parli più di mezzi pubblici attrezzati per i disabili!!!

Marco Negri

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