Un figlio disabile è stato ucciso dal padre con le bretelle, questa tragica notizia è accaduta San Pietro in Campo.

Un tragico episodio di omicidio ha commesso un uomo nei riguardi del figlio disabile. Ha ammazzato il figlio, sofferente fin dalla nascita, con una coppia di bretelle.

 

La moglie disperata era presente mentre il marito si è avventato contro il figlio invalido. Le prime testimonianze, rilasciate da alcuni testimoni, hanno detto che anche l’omicida e sua moglie sono malati. Il padre era avvilito per il del futuro del figlio handicappato. L’uomo giustamente già si trova chiuso nel carcere di San Giorgio, a Lucca.

 

Una tragedia familiare una pace finita a San Pietro in Campo, avvenuta domenica 9 ottobre 2011 alle ore 13,51, in una piccola frazione del comune di Barga, in Lucchesia. Romano Carani, questo è il nome dell’omicida, un artigiano di sessantacinque anni ha soffocato con una coppia di bretelle il figlio Andrea, 39 anni, questo purtroppo malato dalla nascita. Il genitore dopo aver compiuto quest’assurdo delitto si è poi immediatamente costituito chiamando i carabinieri.

 

Alla tragedia era presente anche la madre del povero ragazzo ucciso. Alida Raffaelli, questo è il nome della madre che ora si trova in uno stato confusionale. Romano Carani, che è sofferente di cuore, infatti, ultimamente ha subito un’operazione per collocare un by pass, adesso è imprigionato nel carcere di San Giorgio a Lucca con l’accusa di omicidio volontario. I carabinieri di Castelnuovo Garfagnana e di Barga, coordinati dal sostituto procuratore Fabio Origlio, logicamente stanno indagando sull’accaduto.           

 

Dalle prime indagini dopo un’accurata ricostruzione dei carabinieri, l’uomo che ha ucciso il figlio, si sarebbe rialzato dal suo letto mentre cercava di dormire, almeno un paio di volte nel cuore della notte per tentare di provare ad tranquillizzare il figlio che varie volte nella notte non riusciva ad riposare tranquillo, accadeva, poiché ammalato dalla nascita, urlava parole senza senso. Romano Carani che tutta la notte si è “preoccupato” del figlio disabile verso l’alba si sarebbe alzato per un’altra volta, ma no per tranquillizzare il povero ragazzo” che forse con quelle parole senza senso voleva comunicare qualcosa a suo padre e a sua madre, forse quelle parole senza senso erano richieste di aiuto” ma dopo aver agguantato un due di bretelle ha strozzato il figlio tornando poi a letto. Preso dal pentimento dello spaventoso gesto, però, poco dopo l’individuo ha destato la moglie e insieme hanno dato l’allarme al 118 e ai carabinieri. Stando alcune confidenze, l’omicida si sarebbe discolpato dall’atto crudele commesso, dicendo che era disperato per non sapere a chi delegare un domani dalla sua morte il figlio disabile.

 

Io non posso scrivere nessun commento dopo aver scritto quest’articolo, ma avrei tante cose da scrivere da dire ad un padre che commette un simile atto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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