Le quaranta mamme modugnesi sono preparatissime, per “combattere” per i loro figli disabili, che già da tanti giorni reclamano contro l’interruzione, del servizio di spostamento a scuola per i ragazzi disabili. Le mamme, hanno anche formato un’associazione, ma ormai non sanno a quale porta o portone bussare, sono deluse.
Il Comune (che dovere pagare ed investire fondi per il 60%) fa circolare la voce che, la responsabilità di questo stop ed della Asl. “Per questo siamo andate dai carabinieri e abbiamo fatto un esposto”, ci chiarisce una delle figure dell’associazione, Isabella Caterina. Ma, a quest’atto estremo, la replica di Domenico Colasanto, manager della Asl Bari, che dispone il 40% dei fondi, non s’è fatta aspettare: “Da parte sua, ci ha detto che avrebbe subito riattivato il servizio”. E il Comune? “Il Comune attende il fax. L’assessore al ramo Saverio Vacca, ci ha confermato che all’arrivo della comunicazione da parte dell’Azienda Sanitaria avrebbe riattivato immediatamente il servizio dopo un velocissimo tavolo di concertazione con le parti”. E quindi auspichiamo che sia così visto che tutte le promesse si mantengono.
Ma vi è un’altra complicazione che assilla le mamme agguerrite modugnesi, ossia quello dei pedagoghi a scuola e a casa. La signora Caterina ci chiarisce i particolari: “Sono mesi, altri mesi, che attendiamo che il servizio di tutoraggio e assistenza per i nostri ragazzi (che hanno non solo disabilità fisiche ma, in alcuni casi, anche mentali – ndr) sia a scuola che a casa. Ma non è stato avviato nulla”. Sembra che, non vi è tuttora la gara d’appalto e ora, la giustificazione delle ‘elezioni in corso’ (Modugno ha preferito i’ attuale sindaco nel maggio scorso) non regge più. “Ci sembra che tutto si sia arenato”. Ma la scorsa settimana, l’amministrazione ha accolto i rappresentanti dell’associazione assicurando “tempi brevi per la gara”, ma non vi sono novità a tutto oggi: “E’ da maggio scorso che aspettiamo. Prima ci sono state le elezioni, poi le nomine. Ora, la prima riunione della settimana scorsa ma, a 10 giorni di distanza, c’è solo un nulla di fatto”. E così non potete andare avanti. “No, non possiamo. Siamo cittadini come tanti altri, paghiamo le tasse e abbiamo bisogno dei servizi che ci spettano”.
Queste donne, queste mamme, hanno nel loro cuore tanta rabbia tanto odio, loro stanno lottano interrottamente per la tranquillità dei loro figli disabili, ma alle loro domante vi sono solo, parole, parole, parole e la rabbia della signora Caterina che ci rende evidente un ultimo particolare: la mancanza, nella intera la città, di un centro ludico diurno dove condurrei ragazzi disabili. “La vecchia amministrazione, quella di Pino Rana, ci aveva garantito l’accesso a zone del centro costruito con il bando regionale di Bollenti Spiriti ma la gara per l’affidamento non prevedeva zone dedicate ai ragazzi disabili”. E così la costruzione è stata assegnata in concessione a una compagnia teatrale. “E noi, dove li portiamo i nostri figli?”. Speriamo che in breve tempo tutte queste donne avranno una risposta positiva..
Fonte Barisera