Si è chiuso giovedì 12 con la festa di premiazione al porto di Pale il “Corso di vela per portatori di handicap”, finanziato dall’assessorato alle Attività sociali e curato dalla Kalevala yachting, società che opera nel settore nautico con professionisti di comprovata esperienza.
Quindici ragazzi con disabilità pisofisica, aiutati da istruttori federali Fiv, operatori sociali, skipper e volontari, hanno partecipato al primo corso su una barca di 35 piedi.
Le prime uscite sono state accompagnate da una spiegazione teorica effettuata sulla banchina, riguardante le attrezzature di un’imbarcazione a vela, le manovre fondamentali, la rosa dei venti, l’uscita e l’entrata dai porti, nonché cenni sulle condizioni meteorologiche, su come armare e disarmare, sui nodi fondamentali.
I ragazzi sono stati divisi in tre gruppi da 5 allievi per un totale di circa trenta uscite in barca a vela.
Il corso, iniziato nella tarda primavera, ha abbinato la terapia fisica e psicologica alla pratica sportiva. I ragazzi sono stati selezionati in base alle richieste pervenute alla società in ordine cronologico, al grado di handicap ritenuto compatibile (non grave) e all’attitudine mostrata nell’approccio con l’imbarcazione.
Alla realizzazione del progetto ha collaborato anche l’Unità operativa Educazione e salute dell’ospedale Cervello.
“Gli aspetti terapeutici più evidenti – scrivono gli operatori coinvolti nell’iniziativa – sono il cambiamento di stato prodotto dai nuovi stimoli sensoriali, la dinamica di gruppo, la riabilitazione e l’autonomia.
Si è constatato, inoltre, che la vela, considerata uno sport alla portata di pochi fortunati, può invece diventare un punto di forza nell’integrazione e nella solidarietà”.
“Questo progetto – spiega l’assessore alle attività sociali Cettina Bonomolo – punta a migliorare la qualità della vita dei ragazzi con handicap attraverso un’azione sportiva collettiva e, nel contempo, ad alleviare la difficoltà ad avvicinarsi ad alcune discipline a loro estranee, con l’aggravante della loro condizione fisica”.
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Sono una docente del Liceo “G.Lombardo Radice” Catania vorrei informazioni sulle vostre attività veliche per disabili cordiali saluti Conci Mazzullo
buon giorno, girando sulla rete vi ho trovato e letto. anche noi qui a Genova bbiamo fatto una cosa simile, ma ci siamo rivolti verso i lungo degenti (quindi si parla di ragazzi) dell’ospedale pediatrico gaslini (quelli che devono fare terapie lunghissime e che guardnao il mare solo dalla finestra, per i disadattati e per ragazzi con problematiche compartamentali. la nostra buona volontà è altissima ed abbiamo una baarca di 37 piedi. grande esperienza con un istruttore d’altura fiv, volontari psicologi e medici ma non riusciamo a partire perchè essendo piccoli non abbiamo noli altisonanti. abbiamo bussato a più porte. il nostro comune ha detto che ce la dobbiamo cavare da soli e i privati, bé ci hanno risposto che sponsorizzano solo attività nazionali (non facciamo nomi ma se potessi… mi vorrei togliere dei sassolini) sono felici che almeno voi ce la facciate. ho contatti anche la la pelischier che ha fondato una associazione del genere a Trieste e anche lei è rimasta meravigliata di questa situazione. ma voi come avete fatto? magari tra i voistri consigli e quelli di trieste riusciamo a partire anche noi.
grazie e a risentirci presto
rita ferrante
ps. la nostra associazione si chiama all’arrembaggio e non abbiamo ancora il sito ma ci sarà presto.