Trovare lavoro nel nostro Paese, lo sappiamo, è spesso difficile per chiunque, giovane o meno giovane, diplomato o no, apprendista alle prime armi e persino con esperienza e professionalità, purtroppo. La crisi economica, che da anni ci accompagna, e le tante difficoltà del settore, allo stato attuale della situazione, ancora non prevedono chiare e semplici possibilità d’impiego per nessuno, e, con maggiori difficoltà, com’è immaginabile, per le persone affette da disabilità motoria.
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Categorie protette: chi sono, quali diritti hanno
Parlando di risorse in cerca di un’occupazione, non possiamo fare a meno di considerare, infatti, tutte le problematiche che può incontrare chi presenta delle limitazioni fisiche, senza per questo pensare ad atti discriminatori od atteggiamenti pregiudiziali, e non intendendo certo queste risorse come lavoratori di serie B. Sappiamo bene che così non è, ma che, anzi, spesso le persone che appartengono alle categorie più svantaggiate, dal punto di vista fisico, possiedono pari se non superiori qualità dei colleghi che tali problemi non hanno, e sono perfettamente in grado di fornire al proprio datore di lavoro, sia pubblico che privato, un prezioso contributo personale, pur se, bisogna ammetterlo, sempre ottenuto con sforzi oltremodo maggiori.
La legge italiana, come si conviene ad uno Stato che vive nel rispetto della persona e del lavoro, tutela queste categorie di lavoratori, o candidati tali, con la disposizione nr. 68/1999, con la quale ne garantisce e difende i diritti nell’ambito delle cosiddette “categorie protette”, al fine di consentirne l’occupazione e la giusta remunerazione. In maniera specifica, tale legge si occupa di obbligare le aziende con più di 15 dipendenti ad assumere una certa quota di lavoratori appartenenti, appunto, a tali categorie, incentivando mediante agevolazioni fiscali. Dal 1 gennaio 2018, sono stati stabiliti gli scaglioni di riferimento dal momento in cui vige l’obbligo di assunzione per le aziende che devono presentarne richiesta entro un massimo di 60 giorni, nelle seguenti misure:
- da 15 a 35 dipendenti, almeno un disabile;
- da 36 a 50 dipendenti, almeno due disabili;
- da 51 dipendenti e oltre, il 7% di invalidi e l’1% beneficiario della legge 68/99
Con una condizione di disabilità permanente, spesso purtroppo si teme di non poter avere un posto nella società, e di isolarsi e soffrire maggiormente a causa di queste limitazioni: è bene ribadire che non è corretto, non è così. Infatti, sia per problematiche motorie congenite, sia per sopraggiunte inibizioni motorie nel corso della vita, lo Stato consente a tutti i suoi cittadini di lavorare, grazie al collocamento mirato proprio per questo genere di situazioni. Inoltre, una volta assunto, il disabile può godere, personalmente o mediante il familiare che se ne prende cura, di una serie di benefit definiti dalla Legge 104, che vanno dai permessi di lavoro retribuiti, a congedi speciali, dalla trasformazione dell’occupazione in part time all’impossibilità di essere trasferiti in altra sede, e molto altro.
Quali le occupazioni più indicate per chi presenta disabilità motorie
Una volta stabiliti i diritti, è importante capire, ovviamente nei limiti del possibile, quale può essere il lavoro più adatto a chi soffre di una condizione fisica con limitazioni che devono essere tutelate e rispettate. Pertanto, un’occupazione che potrebbe adattarsi senza problematiche ad una persona con disabilità motoria deve, sostanzialmente:
- Richiedere il minimo sforzo fisico
- Non prevedere spostamenti all’interno dell’azienda
- Essere a contatto con altri colleghi, e non in postazioni isolate
- Fornire le medesime possibilità di crescita e di carriera degli altri colleghi
- Essere retribuita in maniera adeguata e non discriminatoria
È sempre importante, ed oltremodo gratificante, riconoscere al lavoratore con disabilità le sue competenze, non soltanto quelle tecniche e di studio, ma anche quelle personali, acquisite “sul campo”, anche, perché no, per conto della sua condizione fisica che potrebbe addirittura rappresentare un punto di forza per esperienza, possibilità di confronto, conoscenza di luoghi e situazioni particolari.
Come procedere dal punto di vista burocratico, e non solo
Accertata la disabilità, con il rilascio della certificazione che attesti la percentuale di invalidità, è possibile presentarsi ad un Centro per l’Impiego, per rientrare in un ambito di diritto in liste speciali di collocamento mirato per le categorie protette, anche se ciò, purtroppo, non significa certo avere la garanzia di un’occupazione a breve. In ogni caso, in questo modo, la persona con disabilità potrà intraprendere un percorso finalizzato al suo inserimento nel mondo del lavoro, partendo da incontri con i servizi sociali, in particolar modo sanitari e formativi, per avviare un iter di conoscenze reciproche, utile all’individuazione delle opportunità.
Parallelamente, però, è senz’altro importante non adagiarsi nell’attesa che si venga chiamati e, pertanto, non escludere di cercare, anche in maniera autonoma, ogni possibile occupazione, colloquio, occasione. Per esempio, navigando in rete e collegandosi ai tanti siti che offrono lavoro, da Indeed a Infojobs, da Kijiji a Monster o Bancalavoro, tanto per citare i più noti, dove, oltre a trovare una serie di opportunità, peraltro anche diverse di giorno in giorno, è sempre possibile individuare, in ciascun annuncio con particolare riferimento alla ricerca mirata, la presenza della specifica identificata con la definizione “categorie protette 68/99”. È importante sottolineare che è disponibile anche un portale dedicato esclusivamente alle proposte lavorative per persone con disabilità, la start up Jobmetoo, una piattaforma di recruiting con offerte tutte mirate per gli appartenenti alle categorie protette.
Ma non è finita qui: non dimentichiamoci, infatti, delle Agenzie di lavoro interinale che, pur se si basano su chiamate per prestazioni temporanee, rappresentano comunque un’opportunità in più che, a volte, con la dimostrazione di impegno, professionalità e buona applicazione, si possono anche trasformare, in medio termine, in contratti a tempo indeterminato. Molte di queste agenzie, infatti, come Randstad, Manpower, Adecco o GiGroup, sono, sempre più spesso, contattate da aziende e società per fare da intermediari e consentire l’assunzione di personale con disabilità motorie, e può essere una buona idea anche lasciare spontaneamente il proprio curriculum vitae in una delle loro sedi, che hanno sportelli fisici soprattutto nelle grandi città, per non farsi sfuggire neanche un’opportunità in tal senso.
Infine, è sempre importante non trascurare la Gazzetta Ufficiale, nonché i siti di enti amministrativi come Comune e Regione, al fine di controllare tutti i concorsi pubblici, sempre per quanto riguarda lo specifico delle categorie protette, ricordando, peraltro, della possibilità di impiegarsi anche in strutture dove vige la possibilità, per una persona con difficoltà di movimento, di svolgere un lavoro sedentario e/o da casa, come il telelavoro, per esempio, o una libera professione, che, magari basandosi su competenze specifiche e su collaborazioni a distanza, dia la possibilità al disabile di esprimersi al meglio e senza spostamenti, pur nell’impegno quotidiano di un lavoro redditizio e gratificante.