Navigando 2005: vela e disabilità.

VelaL’ iniziativa promossa dal Circolo Vela Gargnano, contiene molte novità che saranno illustrate nel corso del convegno che ci terrà sabato 16 con inizio alle ore 9.30 nelle sale della Domus di Salò, unica struttura rimasta agibile dopo il terremoto che nel novembre dell’anno passato ha colpito le rive del Garda lombardo.
Il tema di quest’anno sarà la salute mentale con la presentazione del progetto Hyak dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda e di un nuovo progetto che sarà illustrato dagli istruttori dell’Ans del lago di Iseo.
Il consorzio di “+39” di Coppa America presenterà il suo progetto di Csr, la Responsabilità di impresa dell’Unione Europea e del Ministero del Welfare al quale ha aderito. Il tutto sarà ripreso dalle telecamere di Sailing Channel, Teletutto e Telenord Brescia.
Nella giornata di domenica 17 nel corso della regata “Porta in barca un amico nel ricordo di Pam e Michele Dusi” sarà presentato il nuovo “Martin 16” (con a bordo l’azzurro di Atene Fabrizio Olmi), carena destinata alle regate delle Paralympiadi di Pechino 2008.
Tra le altre flotte in regata ci saranno “Eos la vela per tutti” di Verona, Ri-Vela-zione e Casa di Beniamo della Comunità Exodus con la East Garda di Brenzone, Team Voice System, Hyak, Ben Leva e Farmacosofia, Ans lago d’Iseo, le flotte dei 2.4 metre, l’Anffas e Una mano amica di Fasano del Garda, i Boy Scouts di Monza e Milano.
Tutte le varie iniziative saranno legate al progetto “Parco giochi” dei volontari di “Una Mano amica” che operano nell’abito dell’Anffas Onlus della residenza di Villa Zanardelli a Fasano del Garda e del quale vi alleghiamo una descrizione più dettagliata qui sotto.
“Progetto parco”, Residenza Socio Sanitaria Disabili Anffas “Villa Zanardelli”, Fasano del Garda
Il progetto di attivare un parco giochi per persone affette da grave disabilità intellettiva può, per certi versi, apparire singolare.
In prima battuta si potrebbe infatti pensare che il gioco ed il tempo libero rappresentano una prerogativa che scarsamente si accorda con le finalità riabilitative e di assistenza che sono proprie di una struttura residenziale per disabili.
La condivisione della quotidianità con queste persone ci consente di affermare che esiste un vuoto davvero ingombrante nella loro vita: il tempo libero.
Di solito ci si occupa della riabilitazione, dell’inserimento scolastico, di quello professionale e lavorativo dimenticando forse che la persona con disabilità necessita anche di completare la propria esistenza attraverso un adeguato uso del tempo libero.
Nella maggior parte dei casi si tratta di un tempo del tutto disoccupato, durante il quale la persona disabile è lasciata spesso da sola oppure nel migliore dei casi collocata di fronte al televisore, da cui provengono suoni ed immagini talvolta privi di significato.
Quindi bisogna modificare il convincimento secondo il quale la persona disabile è incapace, del tutto o in parte, di utilizzare il suo tempo libero.
La letteratura scientifica ora disponibile parla un linguaggio molto chiaro: la persona disabile opportunamente educata, può riempire con modalità gratificanti il suo tempo libero.
Ci troviamo nel nostro ambito a contatto con persone che spesso non hanno i presupposti per godere di un normale tempo libero, pur avendo un esagerato tempo non occupato, che può divenire alienante, svuotato di ogni interesse valido e costruttivo. Nei nostri servizi abbiamo spesso riscontrato che i disabili intellettivi non riescono a sviluppare le abilità necessario per gestire in maniera creativa e costruttiva il loro tempo libero (tentativi di inserimento e di integrazione in realtà territoriali falliscono anche per mancanza di questi requisiti fondamentali).
I nostri ospiti trascorrono parte della giornata a seguire programmi educativi da noi proposti, ma per il resto del tempo restano spesso passivi, senza proposte concrete e fattibili che possano coinvolgerli: una delle caratteristiche principali del loro stile di vita diventa la passività e l’inattività; ciò significa povertà esistenziale e basso livello di Qualità della Vita.
Abbiamo inoltre sperimentato che una buona competenza di gioco produce la riduzione di comportamenti sociali inadeguati.
Citando ancora una volta la letteratura sembra vi sia un rapporto inversamente proporzionali fra l’acquisizione di abilità di gioco, legate al tempo libero, e l’emissione di comportamenti aggressivi e di autostimolazione.
Giocare rappresenta inoltre un’importante e preziosa occasione di insegnamento significativo di molte altre abilità sociali (rispetto delle regole di comportamento in funzione dei vari ambiti, imparare a cooperare, condividere, rispettare i turni) oltre che cognitive, linguistiche, motorie e domestiche.
Vorremmo quindi offrire a persone con disabilità occasioni “normali” di confronto, di svago, di gioco; occasioni che possano divenire momenti di integrazione sociale e di sperimentazione delle autonomie e delle competenze adattive.
Per quanto concerne infatti quest’ultimo aspetto, il fatto di potere fruire di un parco giochi all’interno della più ampia area verde di Villa Zanardelli, può rappresentare una importante risorsa per rendere questo spazio un po’ meno speciale e un po’ più sociale. Accordi specifici con realtà come quelle parrocchiali, scoutistiche, scolastiche potrebbero favorire momenti di incontro, di scambio capaci di fare scaturire nuove e più ampie reti supportive per gli ospiti della Residenza.
Il parco che intendiamo allestire avrà il proprio sito a fianco della struttura della RSD Anffas locata nella Villa Zanardelli.
La superficie interessata sarà una porzione di parco di ca. 630 mq. Questa porzione d’area sarà delimitata e vedrà la presenza di 6 giochi.
Per informazioni su “Una mano amica” (telefono 0365 540012)

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