Sofia è una ragazzina diversamente abile che ha bisogno di assistenza 24 ore su 24. Papà e mamma a costo di enormi sacrifici si prendono cura della bimba tutti i giorni, tutte le ore, tutti i minuti. Con un’eccezione. Sofia frequenta la scuola e in quelle ore la mancanza di papà e mamma si fa sentire, perché la scuola non è in grado di fornire alla bimba cure e presenza costante di una persona.
Di qui la decisione del papà di denunciare ai microfoni di «Uno Mattina» il problema che non è soltanto locale ma generale.
Un disagio che tocca i genitori di Sofia da anni per la mancanza da un lato di una assistenza qualificata e dall’altro di un confronto con i rappresentanti delle istituzioni.
Il «caso», stavolta, esplode in provincia di Enna, da Barrafranca. A parlare davanti ai microfoni della televisione di Stato è il papà di Sofia, spinto da una situazione faticosa per un verso, intollerabile per l’altro, a causa di una figlia affetta da una malattia grave.
La denuncia parte dalla voglia di rimarcare quanto sia difficile affrontare la vita quotidiana in questo modo.
Sofia non può essere abbandonata per un solo secondo. Se non è guardata a vista, distrugge tutto quello che ha attorno, diventa violenta, imprevedibile per se e per gli altri. Un’assistenza è offerta alla bambina dalla scuola elementare barrese frequentata e l’istituto, come da prassi, ha preso tutte le iniziative necessarie, così come era avvenuto l’anno scolastico precedente.
E’ infatti intervenuta una équipe multidisciplinare inviata dall’ufficio scolastico provinciale, con personale adeguato per aiutare la bimba diversamente abile nel suo percorso formativo.
Ma per i genitori di Sofia tutto ciò non è sufficiente, proprio perché la bimba, se persa di vista anche per una frazione di secondo, può commettere qualsiasi sciocchezza.
Di qui la decisione di mettere in piazza il dramma familiare che vive con la moglie. Di qui la richiesta impellente di aiuto, per trovare una soluzione che tenga conto delle necessità della famiglia e di quelle della bambina.
Di qui l’appello a una sinergia tra la famiglia e l’istituzione scolastica, perché il sostegno che è dato a Silvia è un sostegno dato anche ai genitori, fino a oggi «impediti» ad avere momenti di pace e di serenità.
Sono le assistenti sociali, nelle scuole barresi, ad assistere i diversamente abili con diverse patologie. E il grido di dolore del papà di Sofia con la conseguente denuncia per l’incapacità delle istituzioni a risolvere il «caso», accomuna molte altre famiglie non illuminate dai riflettori.
FONTE:
Aetnanet.org