Le buone notizie sono due. Una è che il Centro per l’autismo di Parma sarà inaugurato presto, prestissimo, entro il 15 dicembre, come annunciato dall’assessore comunale, Giovanni Paolo Bernini. L’altra è che questo importante progetto potrà contare anche sul contributo del Gruppo giovani industriali dell’Upi, che all’iniziativa rivolta a bimbi e ragazzi autistici, ha destinato la somma raccolta durante la tradizionale Festa d’estate svoltasi in luglio a Villa Luisa. L’assegno è stato consegnato dal presidente del Gruppo giovani, Giusy Sassi, direttamente all’assessore Bernini (presente anche il presidente dell’Unione Parmense degli Industriali, Giovanni Borri). L’incontro si è svolto a Palazzo Soragna. La nuova struttura aprirà presto i battenti in via Spezia. E’ costata circa 500 mila euro: per realizzarla, Ausl e Comune – dopo avere siglato un protocollo d’intesa – hanno unito forze e risorse, investendo 250 mila euro ciascuno.
Ma il gruppo di lavoro che si è attivato comprende anche l’Università, l’Ufficio scolastico provinciale, le famiglie e le associazioni di famiglie. Confronto, ricerca, studio e cura: diverse saranno le peculiarità di un centro «unico in Italia», come evidenzia Bernini. «Soltanto il Comune – ricorda l’assessore dopo avere ringraziato i giovani industriali – ha investito nel progetto 250 mila euro, parte del lascito all’Agenzia per i disabili, del dottor Emisardo Adami. La sede sarà in via Spezia, là dove una volta si trovava la Libertas. E’ stato eseguito un intervento di ristrutturazione e ora sono arrivati anche i mobili scelti insieme ai familiari».
Ed è proprio sul coinvolgimento delle famiglie che punta l’attenzione la presidente del Gruppo Giovani dell’Industria, Giusy Sassi. «La somma che consegnamo – spiega – è stata raccolta durante la tradizionale Festa d’estate che il Gruppo giovani dedica a esperienze di volontariato, in particolare quelle rivolte ai bambini. Questa volta non affidiamo i soldi a un’associazione ma al Comune: il progetto ci ha colpito proprio per come è strutturato, perché vuole essere un aiuto non solo per i pazienti, ma anche per le loro famiglie». E c’è di più. «Ci ha colpito anche la sfida di un centro polifunzionale che tenga conto delle particolarità di ogni individuo – sottolinea la Sassi -, realizzato pensando alle persone».
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