Mark Inglis scala l’Everest senza gambe.

Mark InglisIl “miracolo” è riuscito a un alpinista neozelandese, Mark Inglis, che ha conquistato la cima più alta del mondo con due protesi agli arti inferiori, persi 24 anni fa per congelamento durante un’ascensione. Dopo il tragico incidente, lo sportivo 47enne non ha perso la passione per l’avventura: ha continuato a scalare e nel 2000 è stato medaglia d’oro di ciclismo alle Paraolimpiadi.
Non appena ha raggiunto il “Tetto del mondo”, a 8.850 metri di quota, ha chiamato casa, dove lo aspettano la moglie Anne e i tre figli.
“E’ il suo sogno da una vita, ora è sulla Luna”, ha commentato la donna. In effetti, Inglis, dopo aver perso le gambe, non ha rinunciato a realizzare i suoi sogni.

Nel suo palmares ci sono la cima Cho Oyo, raggiunta nel 1984; la medaglia d’oro di ciclismo alle Paralimpiadi di Sydney, nel 2000; il monte Cook, il più altro della Nuova Zelanda, nel 2002.
Proprio in quella spedizione, 20 anni prima, Inglis aveva perso le gambe.
Nel 1982 era rimasto intrappolato per due settimane in una caverna di ghiaccio e il congelamento riportato costrinse i medici all’amputazione.

Inglis ha compiuto l’impresa con due gambe artificiali di fibra di carbonio, specialmente adattate per arrampicarsi.
Raggiunta quota 6.400 metri, vicino al Campo 2, lo sportivo ha avuto un incidente di percorso: una protesi si è spezzata.
Il neozelandese l’ha rabberciata abbastanza per raggiungere i compagni di scalata e quindi l’ha riparata con pezzi di ricambio.

Con questa spedizione Inglis ha voluto sostenere un centro di arti artificiali in Cambogia, gestito dal Cambodia Trust, che offre servizi di riabilitazione alle vittime di mine antiuomo, della polio e ad altre persone disabili.

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