Un aiuto per superare le barriere anche con nuove tecnologie.

Sedia a rotelleE’ un impegno sommerso, spesso adempiuto fra mille difficoltà pratiche, un giorno dopo l’altro, senza riconoscimenti ufficiali. E’ quello che scaturisce dalla buona volontà di alcuni insegnanti e scuole italiane, capaci di inventare e applicare progetti e metodiche di insegnamento che possano aprire una breccia nelle barriere che dividono i ragazzi diversamente abili dall’apprendimento. Non di rado con l’uso vincente delle tecnologie, strumento potente per l’attuazione di una sfida ormai improrogabile, quella dell’abbattimento del ‘digital divide’. Una sfida che in Italia si colloca all’interno di un quadro di proporzioni considerevoli: 150 mila gli alunni con una qualche diversa abilità, in 130.000 classi, 400.000 insegnanti coinvolti di cui 68.000 di sostegno. La provincia di Roma conta 16.141 studenti in situazione di disabilità, di cui più di 11.000 sono concentrati nelle sole scuole del comune di Roma. L’Istituto elementare Eduardo de Filippo di Villanova di Guidonia, vicino Roma, alla partita della lotta all’isolamento della disabilità lavora da dodici anni. Un impegno focalizzato, all’inizio, sul quella cognitiva e poi spostatosi dal ’97, anche a quella motoria. Trenta i casi di disabilità presenti al momento all’interno della scuola, su 1500 alunni totali. Due di questi casi esemplari, sono coinvolti nella sperimentazione del progetto Auxilia, che, coordinato dal Consorzio Gioventù Digitale di Roma in collaborazione con altri istituti italiani e stranieri, mira a conoscere e promuovere le strategie per la guida dei processi di avanzamento delle tecnologie volte all’integrazione scolastica degli studenti disabili, alla creazione di un network di buone prassi e di innovatori e a creare materiale didattico e un ambiente di apprendimento interattivo.

I protagonisti di queste due storie, per i quali useremo nomi fittizi, sono Marco, di 11 anni, e Caterina di 7. Grazie all’uso del computer questi due giovani studenti stanno trovando la strada, certamente non senza difficoltà, per vivere una vita migliore.

Marco è paraplegico, si muove su una sedia a rotelle, usa solo la mano sinistra mentre della destra ha conservato solo un movimento residuo “Ma attraverso il pc, che sono riuscita a portare nella sua classe, racconta Eva Pellegrini, referente informatico e promotore di molti dei progetti di accesso alla tecnologie della scuola, ha fatto progressi straordinari, soprattutto sulla geometria. Ora è più avanti di molti suoi compagni. Nonostante le molte assenze a cui spesso è costretto”. Marco scrive, seppure molto lentamente, su una normale tastiera, ma per farlo ha bisogno di un supporto al braccio che gli consenta di non stancarsi, ha bisogno di sostegni dietro la schiena, usa il monitor a 17 pollici ma con visualizzazione ingrandita ed è in grado di utilizzare ogni tipo di software. “Non c’è stato bisogno di acquistare tecnologie futuristiche, né di spendere cifre folli, aggiunge Eva, ho cercato di sfruttare al meglio le opzioni che ogni computer possiede per facilitarne l’accesso. Quel che davvero fa la differenza è l’impegno dell’insegnante, la voglia di guardare oltre le difficoltà oggettive”.

Più difficile il caso di Caterina, con disabilità cognitiva e motoria, per la quale il cammino per la ricerca della migliore metodica di apprendimento, si sta rivelando lungo e difficoltoso. “Per lei ho scelto un ‘Touch Screen’, la tastiera su schermo che si usa con il tocco delle dita, spiega la Pellegrini, la piccola non parla, ha seri problemi di trascinamento del mouse e il suo livello di attenzione sulle attività che svolge è molto basso”. Nel caso di Caterina, però, a fare la differenza è una famiglia molto presente, aperta all’innovazione e alla sperimentazione, che ha voluto una consulenza da parte di Eva per l’installazione del pc anche a casa. Piccoli passi avanti, piccole vittorie quotidiane che hanno un peso importante per Eva Pellegrini: “Nonostante tutto, sento che Caterina ha assorbito i nostri sforzi. Significativo, infatti, che ora senta, a modo suo, l’esigenza di insegnare quello che ha imparato ai suoi compagni. Senza parole, solo muovendo le mani….”.

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Un pensiero su “Un aiuto per superare le barriere anche con nuove tecnologie.

  1. E’ bello sapere che al mondo esistono persone che dedicano la propria vita per aiutare qualcuno. Mi è piaciuto molto leggere il brano sopra.

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