Il Nomenclatore Tariffario delle protesi e degli ausili per i disabili, deve essere aggiornato urgentemente.

SanitàContinua a rimanere disatteso l’impegno preso dal Ministero della Salute di rivedere l’elenco dei presidi forniti dal Servizio sanitario nazionale alle persone con disabilità (il Nomenclatore Tariffario delle Protesi e degli Ausili) entro il 31 dicembre 2001.
Datato e obsoleto, risale infatti al 1992 con una limitata revisione apportata nel 1999, il Nomenclatore attualmente in vigore è uno strumento che non tiene conto dell’innovazione tecnologica e obbliga i disabili ad utilizzare i vecchi presidi rimborsati dal SSN o a farsi carico della differenza di costo con quelli tecnologicamente più avanzati disponibili sul mercato, a differenza di quanto avviene ormai da tempo in altri paesi europei più sensibili a queste istanze.
Ancora più grave è il ritardo se si considera lo sviluppo che in questi pochi anni si è registrato nelle attività riabilitative ed il parallelo accrescersi della consapevolezza dei propri diritti da parte delle persone disabili.
“Il prontuario farmaceutico viene costantemente aggiornato seguendo le evoluzioni della ricerca”, afferma Alessandro Giustini, presidente della SIMFER, Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitazione.
“Invece il Nomenclatore delle Protesi e degli Ausili sembra dimenticato da tutti, nonostante il progresso tecnologico sia in grado di offrire un evidente beneficio ai quasi 3.000.000 di disabili italiani (dati ISTAT), che hanno ancora più diritto di altri ad una vita di qualità, e soprattutto alla luce degli strumenti di cui oggi disponiamo per controllare l’effettiva congruità e l’efficacia riabilitativa di quanto prescritto.”
Di questo tema di grande attualità, si è parlato a Roma, insieme a Istituzioni, esperti medici fisiatri, associazioni pazienti, associazioni dei tecnici ortopedici e stampa, in occasione dell’incontro “Riabilitazione, tecnica ortopedica e disabilità motorie permanenti: percorsi e soluzioni per l’ammodernamento del sistema”.
In questo contesto sono stati presentati i risultati di una ricerca svolta dal CERGAS Bocconi che dimostra come, a parità di costo per il Servizio sanitario nazionale, le protesi di ultima generazione garantiscano una migliore qualità della vita alla persona disabile.
In pochi sanno che nel nostro paese le persone con disabilità sono quasi 3 milioni, ancora meno sanno che le amputazioni di arto inferiore, per incidenti o malattie, sono più di 11.000 l’anno, 4000 delle quali eseguite all’altezza del femore.
Eppure se pensiamo, per esempio, ai disabili motori, lo sviluppo tecnologico delle protesi è entusiasmante: individui amputati e fino a ieri costretti alla semi immobilità, oggi possono tornare non solo a lavorare, produrre ed essere attivi nella società come prima, ma anche a correre, saltare, ballare, in una parola… a vivere.
Perché allora non concedere a queste persone meno fortunate la possibilità di superare le limitazioni e vivere una vita di qualità? Ma in che modo l’innovazione tecnologica può migliorare la qualità della vita dei disabili?
Dai microchip “intelligenti” alle mani mioelettriche, dai tendini artificiali ai più nuovi stimolatori cardiaci elettronici, dagli apparecchi acustici di ultima generazione al ginocchio elettronico, sono tante le novità che la scienza offre a beneficio delle persone con disabilità temporanee o permanenti.
“Sulla questione aspettiamo la risposta del Ministro della Salute ad un’interrogazione che abbiamo presentato nei mesi scorsi.
Ci auguriamo che il Ministro voglia prendere atto dello scollamento esistente tra quanto necessitano i disabili italiani e quanto è loro offerto dall’attuale Nomenclatore Tariffario Protesico, datato e inadeguato” ha affermato Augusto Battaglia, capogruppo Ds in Commissione affari sociali della Camera dei Deputati.
“La scienza ha fatto progressi notevoli che devono essere recepiti con un adeguamento delle risorse e con prescrizioni appropriate, all’interno di un più ampio processo finalizzato al recupero del paziente”. “Tutti i cittadini debbono poter accedere in tempo reale alle novità tecnologiche”, ha affermato Stefano Inglese, Segretario Nazionale del Tribunale dei Diritti del Malato. “Il Nomenclatore, l’elenco che stabilisce quali sono gli ausili e le protesi rimborsati dal SSN, non è più sufficiente.
L’ultima modifica risale infatti al 1999. Il problema che nasce da questo ritardo si ripercuote a cascata sulle Regioni”. “Gli impianti di protesi, al pari dei programmi di riabilitazione”, ha aggiunto il sottosegretario del Ministero della Salute senatore Cesare Cursi, “vanno inseriti nei Livelli Essenziali di Assistenza delle ASL. È un argomento che va affrontato all’interno della Conferenza Stato-Regioni. Non possiamo più permetterci di trascurare i disabili”.

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2 pensieri su “Il Nomenclatore Tariffario delle protesi e degli ausili per i disabili, deve essere aggiornato urgentemente.

  1. sono d’accordo nella necessità di rivedere gli ausili ortopedici per anziani per renderli più efficienti,ma anche nel verificare i costi di questi articoli per il Servizio Sanitario Nazionale. E’ possibile che un cuscino ortopedico a bolle d’aria per sedia costi 350 euro circa? o che un bendaggio per piaghe costi 26 euro? Di contro sedie,materassi e altri articoli per disabili hanno costi a carico del S.S.N. notevoli a fronte di qualità modesta e antiquata.

  2. Egr. On. Augusto Battaglia.
    Ho un ortopedia convenzionata con l’ASL, avevo sei collaboratori che lavoravano con me, sono stato costretto a licenziare cinque di loro, visto che quanto fanno le gare centralizzate vengono vinte da tutte ditte che fanno arrivare i presidi dalla Cina, (vedi gli arresti in Sicilia perche’ fornivano presidi Cinesi). A un assistito hannno consegnato cinque materassi antidecubito in anno perche’ si sono bucati ho provato a riparare un materasso con cinque tipi i colle ma non riuscito a ripararlo perche’ e’ fatto di materiale che non si ripara (sempre prodotti Cinesi) , vorrei chiedere dove’ il risparmio, potrei scrivere un libro su tutti i presidi Cinesi cosegnati e dopo un anno si rompono e non si possono riparare e gli viene dato un’altro presidio. Se si avanti cosi fra un anno chiuderanno parecchie Ortopedie, visto che sono uscite come i funchi cetinaia di Ditte che forniscono presidi Cinesi, e quante’ Societa’ che producono in Italia, chiuderanno ??????forse il Minisrto della Salute non si rende conto di quante gente si trovera’ senza lavoro. Io penso che voi Politici state sottovalutando un problema cosi importante Nazionale.

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