Un turista disabile in vacanza a Malmoe, posteggia la sua macchina nei posti per disabili evidenziando il pass del proprio comune di residenza: multa di 110 euro.
Una villeggiatura in Svezia e una contravvenzione sulle spalle. Il destino è sfregato un turista italiano disabile che è giunto nel paese scandinavo. Qui ha affittato un’auto e ha cominciato a girare per il paese. La città il turista voleva vederla tutta, quindi ha parcheggiato nelle soste stabilite alle autovetture delle persone con disabilità, esponendo il contrassegno handicap accordato dal proprio comune di residenza. Tutto ok, fino alla visita di Malmoe, qui dopo aver lasciato la macchina al posteggio di disabile, ha ritrovato la propria vettura con la multa sul vetro per un ammontare pari a mille corone svedesi, circa 110 euro. La ragione? Il contrassegno italiano d’invalidità non è adeguato a quello approntato dalle raccomandazioni europee.
Il turista che ha preso contatto con l’azienda di noleggio della macchina, gli ha consigliato di pagare la multa e poi, casomai, di inviare in forma scritta le proprie considerazioni, facendo ricorso. L’Anglat, associazione nazionale impegnata sui temi della guida e trasporto di persone con disabilità, spera che vi saranno novità positive per il povero turista, il quale non ha nessuna colpa. L’appello, è consigliato, può essere inoltrato all’Ambasciata di Svezia in Italia, riferendosi agli accordi reciproci presi tra gli Stati europei che presumono la legittima identificazione e la validità dei documenti rilasciati tra uno Stato e l’altro.
Ma per quale ragione il turista italiano è stato multato? Ed è esatto l’atteggiamento della polizia svedese? Il problema del nostro paese si chiama “Parking Card for disable people”: è il contrassegno disabili valido in tutta Europa per la sosta e la circolazione riservata, che purtroppo l’Italia non ha ancora. Previsto da una raccomandazione europea del 1988 (n. 98/376/CE), è riconosciuta in tutti gli stati membri, senza alcun pericolo di essere fraintesi. Quindi come era da immaginare la colpa è dello Stato italiano, che non ha ancora rivisto l’aggiornamento dei tesserini di disabili, per sostare in tutto il mondo senza avere nessun tipo di problema.
Infatti, la normativa italiana, dice che il contrassegno parcheggio invalidi doveva essere senza nome, quindi sprovvisto della figura internazionale della persona con disabilità, della fotografia e di termini dai quali potesse dedurre lo stato invalidante di ogni singolo individuo. Il contrassegno europeo, è totalmente diverso, ha lo sfondo blu, il disegno di una persona su sedia a ruote stilizzata e sulla parte anteriore la didascalia “disabile”, di fatto, era vietato dall’ordinamento italiano. Ma nel 2010 si è decretato che i contrassegni non devono racchiudere l’apposizione di diciture dalle quali possa essere identificare l’individuo fisico interessato. Assicurato questo ”scoglio”, il resto può essere ammesso.
Il risultato? E che tuttora manca ancora una regola precisa, attuata da parte del governo, ed intanto il contrassegno europeo attende ancora. Questo è quello che un incaricato cicomunica; quando un cittadino con disabilità si reca in un altro paese europeo può accadere che insorgano problemi con le locali autorità che si occupano del rispetto del codice della strada: se infatti è consuetudine che il contrassegno italiano (quello senza le caratteristiche stabilite dalla raccomandazione europea) venga riconosciuto anche negli altri paesi dell’Unione Europea, si tratta solo di una consuetudine e non di una norma. Il che significa, in definitiva, che tutto è lasciato alla libera interpretazione (e al buon cuore) delle forze di polizia municipale dei paesi europei. La gran parte delle volte va bene, ma l’eccezione può sempre esserci. E la persona con disabilità italiana paga – di tasca propria – la lunga inerzia del proprio legislatore.
Lo schifo è accaduto a Roma.
Silvestro Romano occupò a Roma, per mesi, un posto dei disabili. La storia è assurda! Davanti al suo locale c’era un posto dei disabili, con tanto di paletto indicativo e strisce gialle.
Un giorno il palo venne sradicato dal suolo e le strisce cancellate col catrame!!! Poco dopo comparvero i tavolini del locale di Silvestro Romano, senza alcuna diretta concessione da parte del Comune.
Una signora scrisse al Municipio dichiarando di aver visto con i propri occhi Silvestro Romano sradicare il palo!! Silvestro Romano venne indagato dalla Procura che dispose il sequestro di tavoli ed arredi.Due anni dopo Silvestro Romano è diventato personaggio pubblico. Secondo i giornali avrebbe asserito di essere stato vittima di vigili ed agenti che lo avrebbero multato senza motivo! Ma se aveva occupato un posto dei disabili!!! Non solo, i tavolini stavano pure sui posti auto e su quelli per le moto!! Dopo una serie di articoli infamanti sui vigili i giornali sono fuggiti dalla notizia, lasciando come ultimo messaggio ai lettori che quest’uomo fosse una vittima di una sorta di racket dei vigili. Che Paese siamo diventati. Adesso i martiri da celebrare sono quelli che occupano i posti dei disabili con tavolini sedie ed ombrelloni!!