E’ quanto emerso durante un convegno organizzato dall’Asael a Palermo, nel corso del quale è stato presentato il libro «I disabili in Sicilia: attenzioni e disattenzioni delle istituzioni».
Nell’Isola, secondo l’Asael, il 50% degli edifici pubblici rimangono ancora inaccessibili ai disabili; le barriere architettoniche in molti casi non sono state ancora abbattute e costituiscono una vera e propria violazione della dignità umana; la loro mancata rimozione vieta la fruizione di pubblici esercizi e l’assistenza domiciliare e quella socio-sanitaria integrata è carente.
L’iniziativa è stata promossa dall’Asael (associazione siciliana amministratori enti locali) che a distanza di cinque anni dall’emanazione della legge nazionale 328, ha deciso di portare al tavolo del confronto il mondo della politica con quello dell’handicap.
Lo scopo è stato quello di verificare se le leggi in vigore siano risultate adeguate ai reali bisogni dei disabili.
Salvatore Crispi, responsabile del coordinamento regionale handicappati, ha affermato che al proliferare di vent’anni di specifica legislazione regionale, è corrisposto una mancata sua applicazione. A ciò si devono aggiungere le insufficienti risorse finanziarie messe a disposizione.
A soffrire l’empasse di un settore tanto delicato quanto importante sono, secondo l’Asael, soprattutto le scuole che rimangono prive di figure professionali, capaci di operare, a supporto dei docenti, nell’ambito dell’assistenza verso gli alunni diversamente abili.
A fornirli dovrebbero essere i Comuni che, a causa delle carenti risorse finanziarie disponibili, non riescono ad assicurare la loro presenza.
La situazione non è rosea nemmeno sul piano della programmazione e della progettazione, manca infatti un Piano triennale regionale per gli interventi pro disabili, così come invece prevede la legge regionale 68/81, e che da nove anni non è stato più attuato. Parziale delusione, secondo l’Asael, hanno fatto registrare i Piani di zona e il coinvolgimento del cosiddetto «Terzo settore» previsti dalla legge 328 del 2000. “Questa norma, che privilegia l’integrazione socio-sanitaria in favore dei disabili, aveva previsto interventi, anche finanziari, aggiuntivi a quanto di già Regione ed Enti Locali avevano prima destinato”, ha detto il presidente dell’Asael, Matteo Cocchiara.
In effetti, però, si è verificato una semplice ‘sostituzione’ dei fondi statali con quelli dei Comuni con la conseguente ed inevitabile ricaduta sugli interventi che non sono di certo migliorati.
Risultati discreti si sono registrati invece per ciò che concerne il ruolo e la funzione della Formazione professionale, grazie alla quale il mercato del lavoro sta aprendo le porte a molti disabili.
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Il Comune di Menfi ha espletato la gara per l’aggiudicazione del servizio di Assistenza igienico-personale presso tutte le scuole dell’obbligo. Probabilmente il prossimo anno scolastico non l’espleterà in quanto nuove circolari tendono a chiamare in causa direttamente le scuole che dovranno preparare e formare il proprio personale (bidelli) ai quali verrà destinato un incentivo.
ciao a tutti, ho trovato questo blog cercando del materiale per verificare come procede l’integrazione dei disabili in Sicilia e principalmente cercando la presenza dei C.T.I.centri territoriali per l’integrazione che sono una rete tra scuola asl ed associazioni ma di cui non c’è traccia al sud italia. voi ne eravate a conoscenza?