Arriva il prepensionamento per chi ha disabili gravi in famiglia

Prepensionamento per chi ha disabili gravi in famiglia

Equiparare il lavoro di cura nei confronti dei disabili gravi e gravissimi ai lavori usuranti, ovvero consentire il prepensionamento per i lavoratori o lavoratrici con a carico familiari gravemente disabili.
E’ quanto prevede una proposta di legge presentata nei giorni scorsi alla Camera da Katia Bellillo, parlamentare dei comunisti italiani, che da diversi anni si occupa del problema dei disabili, soprattutto quelli gravi e gravissimi, partendo dal presupposto della necessita’ di garantire a tutti eguali diritti e pari opportunita’.
La proposta, spiega Katia Bellillo, ”ha come obiettivo quello di migliorare la qualita’ della vita sia delle persone con disabilita’ gravi e gravissime che quella dei loro familiari che vivono quotidianamente il dramma della cura, spesso con scarsi supporti, e che spesso devono indebitarsi e fare prestiti se non pensionati.”.

”Si tratta -spiega ancora la Bellillo- di una condizione vissuta in solitudine e con grande senso di impotenza: molto spesso le famiglie si ritrovano senza amicizie o possibilita’ di vita sociale ‘normale’, sia per la continuita’, diurna e notturna del lavoro di cura, sia per la grande difficolta’, quando non nell’impossibilita’, di portare con se’ il familiare disabile, sia per l’innegabile ‘distacco’ operato da persone che, spesso non volendo, si trovano in realta’ in una posizione discriminante verso il ‘diverso’ rappresentato dal disabile.
A questa condizione, che sembra senza possibilita’ di appello, si aggiunge il peso della necessita’ di dover lavorare per il sostentamento della famiglia. Vi e’ quindi -sottolinea- una sovrapposizione tra attivita’, che di fatto rende stressante la quotidianita”’.

La proposta della deputata dei Comunisti Italiani, ”Norme per il prepensionamento di lavoratori e levoratrici con a carico familiari gravemente disabili” (pdl n 1902),presentata alla Camera lo scorso 8 novembre ha, di fatto, dato voce ad un gruppo di genitori di disabili che hanno rappresentato le difficolta’ e le esigenze di tante famiglie. La proposta, annuncia Bellillo, sara’ presentata, con il medesimo testo, anche al Senato dal parlamentare di Rifondazione Comunista Giuseppe Di Lello.

Oltre alla proposta di legge, gli incontri tra Katia Bellillo e un gruppo di familiari di disabili gravi e gravissimi, hanno dato vita al ”Coordinamento delle Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi” con il quale e’ stato deciso di avviare una serie di iniziative a partire dal 1° febbraio 2007, inserite nell’ambito delle attivita’ previste per il 2007, che e’ l’Anno Europeo delle Pari Opportunita’ per Tutti.
Come prima iniziativa e’ stata indetta, per il 1° febbraio, la ”I° Giornata Nazionale per il Sostegno alle Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi”.
La proposta di legge, spiega ancora Katia Bellillo, ”intende equiparare il lavoro di cura nei confronti di familiari disabili gravi o gravissimi al lavoro usurante, che e’ disciplinate dal decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374. In particolare la proposta di legge consiste in un unico articolo, che aggiunge alla Tabella A, allegata al decreto legislativo n. 374/93 il seguente capoverso: ‘lavoro di cura ed assistenza a familiari invalidi al 100 per cento”’.

In particolare il provvedimento prevede che ”il lavoro di cura ed assistenza a familiari invalidi, con totale e permanente inabilita’ lavorativa, ai quali e’ riconosciuta una percentuale di invalidita’ pari al 100 per cento, con necessita’ di assistenza continua, in quanto non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita e che sono gestiti totalmente nell’ambito della famiglia, svolto da lavoratori e lavoratrici, e’ equiparato alle attivita’ usuranti”.

Nelle intenzioni della parlamentare, questa equiparazione vale per lavoratori e lavoratrici che seguono figli, coniugi o fratelli. ”In fase di discussione della proposta di legge -sottolinea Bellillo- si cerchera’ di escludere il lavoro di cura nei confronti di anziani non autosufficienti, per i quali si sta approntando una apposita normativa.

Questo -aggiunge- per evitare che ci possano essere abusi o di mandare in pensione anticipata persone che svolgono si’ un lavoro di cura, ma per un tempo limitato (soprattutto per la sopraggiunta morte della persona anziana), mentre il caso del lavoro di cura per disabili gravi e gravissimi, soprattutto se figli, si presuppone protratta per un lungo periodo, a volte anche decenni”.
L’equiparazione, in estrema sintesi, comporta la possibilita’ di anticipare il pensionamento fino ad un massimo di 60 mesi (5 anni). La proposta prevede quindi la possibilita’, ma non l’obbligo, per i lavoratori e le lavoratrici, che si prendono cura della persona disabile all’interno della famiglia, di poter accedere al prepensionamento, purche’ l’assistenza sia rivolta ad un inabile al 100% di gravita’, ossia ad una persona che abbia necessita’ di assistenza continua, in quanto non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
Una battaglia di civilta’ e di solidarieta’, quella avviata da Katia Bellillo, che comporta inoltre dei notevoli benefici sociali.

”A parte il profondo significato di civilta’ giuridica che la proposta di legge instaura -sottolinea infatti Bellillo- il riconoscimento del lavoro di cura come lavoro usurante, e il conseguente prepensionamento, per lavoratori e lavoratrici che assistono figli o familiari disabili in condizioni di massima gravita’, comporta anche indiscutibili vantaggi economici per lo Stato”.
”Innanzi tutto -spiega- il soggetto disabile puo’ avere una maggiore e migliore opportunita’ di essere curato e assistito nell’ambito familiare, invece di essere affidato ad appositi centri i cui costi ricadono sulla pubblica amministrazione, nelle sue varie diramazioni. Inoltre -conclude- si avvia un consistente risparmio derivante dall’eliminazione dei costi dovuti per supplenze e per sostituzioni a causa delle inevitabili assenze dal posto di lavoro (oltre ai periodi di congedo previsti dalla normativa vigente)”.

Ma quante sono le persone che potrebbero, almeno teoricamente essere coinvolte dal provvedimento? Come risulta dall’indagine ”L’integrazione sociale delle persone con disabilita”’, pubblicata dall’Istat nel luglio 2004, le persone con disabilita’ non anziane (al di sotto dei 65 anni) attualmente residenti in Italia sono 1 milione e 641 mila, e di queste, ben il 41,4% raggiunge il livello massimo.
Il 91,5% delle persone con disabilita’ vive in famiglie, il 6,2% vive da solo. Dunque le persone con disabilita’ tendono a rimanere nella famiglia di origine piu’ spesso di quanto accada nel complesso della popolazione.

Tra i disabili mentali la percentuale di chi rimane in famiglia come figlio e’ molto piu’ alta (50,6% a fronte del 22,1% del totale delle persone con disabilita’) e la quota sale al 61,1% tra coloro che hanno un’eta’ compresa tra i 35 e i 49 anni.

La famiglia costituisce pertanto il perno dell’assistenza e della cura della malattia e nella tutela della salute della persona disabile ed e’ intorno alla famiglia che ruota tutta una serie di problemi.
Infatti laddove e’ presente una persona affetta da disabilita’ grave o gravissima, oltre alla normale attivita’ lavorativa fonte di sostentamento, per i lavoratori e le lavoratrici si aggiunge anche il carico dell’accudimento quotidiano delle persone disabili, che provoca un logoramento e uno stress fisico e psicologico di notevole portata, che equipara tale attivita’ alla stregua dei lavori usuranti.
A questo aspetto, si aggiunge, molto spesso, anche la difficolta’ economica derivante dall’esigenza di dover provvedere con propri mezzi alla copertura della spesa per l’aiuto di persone esterne al nucleo familiare, laddove i servizi socio-assistenziali non riescono a coprire in toto le pressanti esigenze del disabile.

 

312 pensieri su “Arriva il prepensionamento per chi ha disabili gravi in famiglia

  1. Salve ho 52 anni e 38 di contributi vivo con mia madre prende l accompagno e ho la 104 .posso usufruire dei 2. Anni per assisterla ? O cosa posso fare ? Grazie Tiziano

  2. Assisto mio papà di 87 anni con legge 104,ho già usufruito dei 2 anni di congedo parentale e adesso dovrei riprendere il lavoro,mi chiedevo se potevo usufruire di un prepensionamento ho 54 anni e 29 anni di contributi e assisto i miei genitori disabili da 11 anni…grazie

  3. Salve ho 59 anni con 39 e più anni di versamenti con lavoro usuranti ho accompagno di mia madre con azaimer 92 anni 46 settimane prima dei 19 o sempre svolto lavoro di facchinaggio con coop socio ..posso usufruire dei 2 anni..grazie

  4. Salve io ho 50 anni ,ho una figlia disabile al 100 per cento di età 27 anni. Metà della mia vita l’ho passata ad accudire lei e famiglia,lavoro in ospedale come operatrice socio sanitaria. Da 15 anni sono divorziata . fisicamente sono finita .credo che qualcuno dovrebbe pensare a certe situazioni. Sono stanca sogno la pensione come fosse la vincita alla lotteria.

  5. sono una cuoca con 24 anni di contributi ho compiuto 63 anni e assisto da 8 anni mio marito invalido al 100% quando posso andare in pensione?

  6. Assisto da 10 mesi Mia sorella Al 100/100 invalida. Sono un precoce che nel febbraio 2021, ho 41 di contributi, posso andare in pensione? Dimenticavo che Ho 2 malattie rare vita! Grazie , mi fate avere notizie Sulla Mia email, cordiali saluti

  7. Buongiorno ho 56 anni e 5 mesi e 33 anni e 6 mesi di contributi versati ,assisto mio padre convivente da 8 mesi e ho cominciato ora i 24 mesi di permesso della legge 104 di cui usufruisco con l’accompagnamento. Mio padre ha 89 anni e 3 mesi di età e ha bisogno dell’assistenza continua 24 ore su 24, ho anche la mia famiglia con moglie e due figli,posso alla fine dei 24 mesi di permesso retribuito rientrare nei lavori usuranti ed avere 5 anni di prepensionamento ? Avrò poi un totale complessivo contributi pari a 35 anni e 6 mesi e un età anagrafica di 58 anni e 5 mesi.
    È vero che con 30 anni o 36 anni di contributi facendo assistenza anziani si può fare richiesta di pensione anticipata?
    Lavoro attualmente in un azienda con più di 1000 operai Tenaris Dalmine a che forma di prepensionamento posso accedere oltre all’Ape sociale a 63 anni?
    Grazie mille F.A. nato il 24/04/1964

  8. cosa deve fare chi ha assistito e assiste un disabile al 100% per 38 anni e per cui ha dedicato tutta se stessa con grandi sacrifici e con tutte le conseguenze sia date dal lavoro usurante dell accudimento che dall impossibilita di avere un lavoro per cui ora alla eta di 60 anni e con le forze che mancano per far capire che ho solo 5 anni di contributi versati e non dovrei aver diritto a una pensione,vorrei tanto che venisse presa in considerazione anche tale situazione e penso che come me siano d’accordo in parecchi!!

  9. Sono una donna di 44 anni..vivo a casa con mia mamma e mia sorella che sono disabili..con soli 13 anni di contributi..non ho speranza di andare in pensione prima?

  10. ma come e’ possibile che non riuscite a fare una legge vera per mandare prima in pensione una mamma che ha un figlio disabile gravissimo che dipende da me in tutto e pertutto e giorno dopo giorno ci sentiamo mancare le forze non ci reggiamo piu’ in piedi non dormiamo e voi politici non ci pensate proprio non avete nessuna pieta’ di noi certo avete un coraggio

  11. Salve ho 60anni e.mia moglie 62 casalinga abbiamo un figlio con una forma di autismo nato nal 1983.solo quest’anno gli è stata riconosciuta l’invalidità al 100% con la legge 104art.1comma 3.posiamo usufruire di un anticipo di pensione.grazie

  12. Salve ho 56 anni e 35 di contributi
    Assisto mio figlio 27 anni disabile grave con 104/92 e accompagno
    Quando posso andare in pensione per dedicarmi tutto per tutto a lui??

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